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Alberto Girelli: «Il marketing oggi deve essere umano: le aziende devono avvicinarsi ai clienti»

di Matteo Scolari
Il titolare di Alabertha Consulting racconta come è cambiata la consulenza strategica per le PMI: dall’analisi dei processi alla centralità della customer experience, fino alla formazione e all’intelligenza artificiale.

Accompagnare le imprese in un momento storico dominato da incertezza, digitalizzazione e cambiamenti repentini richiede competenze trasversali e una visione strategica chiara. Alabertha Consulting, fondata nel 2019, si occupa proprio di questo: supportare le PMI nel definire processi, comunicazione, formazione e strumenti digitali necessari per competere. Con Alberto Girelli, titolare dell’azienda, analizziamo come stanno cambiando il marketing, il rapporto con il cliente e il ruolo dell’intelligenza artificiale.

La vostra avventura è iniziata nel 2019, a ridosso della pandemia. Com’è stato avviare un’attività in quel momento?

È stato molto difficile, come per tutti gli imprenditori italiani. Dopo il blocco totale abbiamo rivisto le strategie di marketing e il posizionamento. Da lì abbiamo iniziato a proporre un nuovo modo di vedere il marketing: avvicinare molto di più le aziende ai clienti, farli sentire accolti e coinvolti. È uno dei nostri punti di forza.

Le PMI oggi vivono un clima di grande incertezza. Come si riesce a offrire consigli realmente utili?

Prima di parlare di strumenti – siti, contenuti, pubblicità – bisogna partire dall’analisi dell’azienda. Studiare i processi operativi, i prodotti o servizi, il livello di soddisfazione, e soprattutto ciò che accade dopo la vendita. Questo permette di comunicare in modo coerente e allineato alle aspettative del cliente.

Il post-vendita è spesso sottovalutato dalle imprese, ma è fondamentale…

Sì, anche se negli ultimi anni molte aziende sono migliorate. La customer satisfaction e il customer service sono sempre più valorizzati. Amazon ha costruito una parte importante del suo successo proprio su un servizio clienti rapido ed efficace. È un modello che molte PMI stanno iniziando a comprendere.

Com’è cambiato il marketing aziendale negli ultimi anni?

È diventato molto più umano. Le persone hanno bisogno di fiducia, di sentirsi vicine alle aziende. Per questo l’influencer marketing ha avuto grande successo: perché crea un ponte umano tra brand e pubblico. Oggi il coinvolgimento è centrale.

I social sono uno strumento fondamentale in questo processo. Come le aziende possono usarli in modo corretto?

La comunicazione sui social è determinante. Oggi non esiste un’azienda che possa permettersi di non esserci. Ogni attività deve scegliere la piattaforma più adatta: LinkedIn per una comunicazione professionale, Instagram o TikTok per target più giovani. Ma la gestione deve essere precisa, costante e consapevole.

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il lavoro. Qual è la vostra visione?

Sono appassionato di tecnologia, ma non credo che l’IA sostituirà l’essere umano. La centralità resta nelle persone, che devono essere coinvolte e formate per usare gli strumenti in modo produttivo. L’IA è uno strumento, non un fine. Serve per automatizzare, velocizzare, migliorare, ma il valore umano rimane imprescindibile.

La formazione quindi diventa decisiva. Che progetti avete in questo ambito?

Ci occupiamo di formazione e stiamo lanciando un nuovo progetto: Evolvere 360. Vogliamo potenziare la consulenza integrandola con percorsi formativi per il personale e, quando possibile, usando fondi interprofessionali e bandi pubblici. L’obiettivo è rendere sostenibili questi investimenti sia per le aziende che per i partecipanti.

Vi siete specializzati in qualche settore in particolare?

Sì, nel turismo, nell’accoglienza e nella ristorazione. Abbiamo clienti importanti in questi ambiti, che hanno registrato ottime crescite. È un settore che richiede standard sempre più elevati e una comunicazione molto attenta. Qui la consulenza strategica fa davvero la differenza.

Il turismo sta cambiando rapidamente. Qual è oggi la priorità per chi vuole competere?

La qualità percepita. Il cliente vuole servizi eccellenti e coerenti con ciò che il marketing racconta. Il marketing non deve abbindolare: deve valorizzare ciò che l’azienda è davvero, perché oggi il pubblico sa riconoscere subito quando c’è coerenza e quando non c’è.

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