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Veneto, occupazione in crescita: nei primi nove mesi del 2025 saldo positivo: +64.900

di Matteo Scolari
Segnali di rallentamento rispetto al 2024 ma quadro ancora solido. Aumentano i contratti stabili e stagionali, calo per l’apprendistato. Verona tra le province più dinamiche con +25.900 posizioni.

Il mercato del lavoro veneto continua a crescere, anche se a ritmi più moderati. Secondo il report La Bussola di Veneto Lavoro, nei primi nove mesi del 2025 il bilancio del lavoro dipendente privato segna un saldo positivo di +64.900 posizioni, in calo rispetto alle +74.400 dello stesso periodo del 2024.

Le assunzioni registrate da gennaio a settembre sono state 489.700 (-1%), a fronte di 424.700 cessazioni (+1%). Il mese di settembre chiude con un saldo negativo di 2.400 posizioni, tipico della stagionalità post-estiva, ma più favorevole rispetto al settembre 2024 (-4.000).

Dal punto di vista contrattuale, il tempo indeterminato registra un saldo positivo di +20.500 posizioni, il tempo determinato cresce di +46.800, mentre l’apprendistato cala di 2.400 unità. Le trasformazioni a tempo indeterminato superano le 64.000, in linea con lo scorso anno.

A livello settoriale, i servizi guidano la crescita con +37.300 posizioni, seguiti da agricoltura (+18.400) e industria (+9.200). Il comparto agricolo si conferma trainante, anche se il saldo risulta leggermente inferiore al 2024, mentre l’industria mostra segnali di rallentamento, in particolare nel made in Italy e nella logistica, compensati da un miglioramento nel metalmeccanico e nelle costruzioni.

Nel terziario crescono i flussi legati al turismo e al commercio, ma si osserva una riduzione delle assunzioni nei servizi di pulizia (-12%) e nella logistica (-6%). L’occupazione nel metalmeccanico mostra una ripresa (+2.400 posti), mentre il made in Italy continua a soffrire (-1.000), soprattutto nei comparti tessile-abbigliamento e occhialeria.

Dal punto di vista territoriale, tutte le province venete chiudono il periodo con un saldo positivo, ad eccezione di Belluno (-1.100). Spiccano i risultati di Verona (+25.900), Venezia (+23.000) e Treviso (+6.900), che insieme concentrano oltre l’80% della crescita regionale.

Sul fronte demografico, il saldo occupazionale è positivo per uomini (+40.300) e donne (+24.600), ma il divario di genere si amplia a causa del calo delle assunzioni femminili (-4%). La quota di lavoro part-time si attesta al 32,8%, in lieve flessione per le donne (48,3%) e stabile per gli uomini (22,6%).

Il direttore di Veneto Lavoro, Tiziano Barone, ha commentato: «Il mercato del lavoro veneto mantiene una buona tenuta, ma emergono segnali di rallentamento, legati al calo della domanda nei settori manifatturieri e alla difficoltà di reperire manodopera. La crescita si sposta verso comparti stagionali e servizi, con una maggiore incidenza del lavoro a termine. Occorre continuare a investire su formazione, politiche attive e qualità del lavoro».

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