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Sciopero alla AMMANN di Bussolengo: i lavoratori chiedono un intervento urgente della Regione

di Redazione
Sciopero oggi davanti alla sede AMMANN di Bussolengo contro i 64 licenziamenti annunciati. FIOM chiede un tavolo urgente in Regione per fermare la delocalizzazione.

Si è svolto questa mattina, martedì 27 maggio 2025, il secondo presidio davanti alla sede della AMMANN Italy di Bussolengo, dove cresce la tensione attorno alla procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda per 64 dipendenti. A organizzare la mobilitazione, ancora una volta, è stata la FIOM CGIL che denuncia la mancanza di dialogo con la proprietà e chiede l’immediata apertura di un tavolo istituzionale in Regione Veneto.

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Secondo il sindacato, la multinazionale svizzera evita sistematicamente il confronto pubblico, preferendo incontri unilaterali negli uffici di Confindustria, dove, afferma la FIOM, «si ribadiscono decisioni già prese, senza alcuno spazio per la trattativa». Nessun coinvolgimento, quindi, dell’Unità di Crisi, né delle istituzioni locali e nazionali, come Regione Veneto, Provincia di Verona e governo.

CGIL Verona Sciopero AMMANN Bussolengo

«La situazione è drammatica – ha dichiarato Martino Braccioforte, segretario generale FIOM Verona -. Chiediamo alla Regione Veneto un intervento politico immediato. L’assessora Mantovan convochi con urgenza un tavolo istituzionale per fermare questa delocalizzazione selvaggia». Il sindacato accusa AMMANN di voler chiudere i reparti produttivi per aumentare i margini, lasciando 64 famiglie senza lavoro e senza spiegazioni concrete.

La preoccupazione, spiegano i rappresentanti sindacali, è che l’azienda stia tentando di “spegnere” lo stabilimento nel silenzio, chiudendo produzione e magazzino per poi lasciare a casa l’intero organico, composto oggi da 157 persone. «Come può esistere uno stabilimento senza produzione e senza magazzino? – si chiede Braccioforte -. Chiudere questi reparti significa scavare la fossa per tutti».

CGIL Verona Sciopero AMMANN Bussolengo

FIOM denuncia anche l’assenza di copertura mediatica e politica sulla vertenza, giudicandola in contrasto con la narrazione dominante che parla di economia in ripresa. «Nel nostro settore, e sul nostro territorio, non è questa la realtà –, ha aggiunto Braccioforte -. Questa non è solo una battaglia aziendale, ma una battaglia per la dignità del lavoro, per la giustizia sociale e per il futuro industriale della provincia di Verona».

Nonostante la proposta avanzata dalla FIOM di sospendere o ritirare i licenziamenti, la direzione AMMANN non ha dato alcun segnale di apertura. Il sindacato continua a chiedere un confronto pubblico e trasparente, nella speranza che l’azienda non rifiuti ancora una volta di sedersi al tavolo con istituzioni e lavoratori.

«Il tempo stringe – conclude Braccioforte – e ogni giorno che passa rischia di rendere irreversibile un epilogo disastroso per decine di famiglie e per l’economia del nostro territorio».

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