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Settore bancario, la parità di genere ai vertici apicali rimane una chimera

di Matteo Scolari
Secondo una ricerca di First Cisl, gudata dalla segretaria generale Elisa Segabinazzi, il 79% di quadri direttivi e dirigenti è dunque rappresentato da uomini e il 21 per cento da donne. 

Le donne bancarie fanno meno carriera, sono meno rappresentate ai livelli dirigenziali e ricorrono maggiormente al part-time. Le disparità di genere nel settore restano un nodo ancora da sciogliere. A parità di numero di lavoratrici e lavoratori, infatti, i dirigenti sono soprattutto maschi, mentre resta ancora più femminile il ricorso al part-time o al congedo parentale che rallenta per le donne la possibilità di fare carriera.

Degli oltre 1700 iscritti a First Cisl Verona, la Federazione italiana Reti dei servizi del terziario – Banche, assicurazioni, riscossioni e authority, il 48% sono femmine ed il 52% maschi. Ma se si guarda alla piramide dirigenziale nel settore bancario del nostro territorio, a fronte di oltre 180 figure comprese complessivamente nella categoria quadri di 4 livello e dirigenti, neppure una trentina sono donne, che sono in maggior numero, invece, nei livelli di inquadramento professionale più basso. Il 79% di quadri direttivi e dirigenti è dunque rappresentato da uomini e il 21 per cento da donne. 

Il quadro desunto dall’analisi dei dati del nostro territorio, trova conferma nei dati che emergono dal confronto di una decina di “Rapporti Biennali sulla situazione del personale maschile e femminile” redatti da banche ed assicurazioni a livello nazionale.

Dalla lettura dei “Rapporti Biennali” si nota altresì che il part time è richiesto per oltre il 90% dei casi da donne e di queste, in media, solo il 15% rientra nella categoria dei quadri direttivi. La stessa percentuale di predominanza femminile (89,8%) si registra anche nelle richieste di congedo parentale.

Non solo, le promozioni a categorie superiori restano prerogativa perlopiù maschile anche nei livelli più bassi di inquadramento.

«La questione della parità di genere nel settore bancario – spiega Elisa Segabinazzi, segretaria generale First Cisl di Verona – rimane una sfida urgente anche nella nostra provincia. A fronte di una composizione pressoché paritaria tra ambedue i sessi, le donne restano sovrarappresentate nelle aree professionali di base e drasticamente sottorappresentate nei quadri direttivi di alto livello. Questa sproporzione – continua Segabinazzi – ci fa capire quanto l’obiettivo della parità salariale sia ancora lontano. È evidente che non si tratta solo di una questione individuale, ma di un problema sistemico che richiede interventi mirati da parte delle aziende e un cambio di mentalità a livello collettivo».

First Cisl Verona per questo cerca il dialogo con le imprese per accelerare il raggiungimento di una vera parità di opportunità. «È fondamentale aumentare la sensibilità su questi temi e promuovere politiche aziendali che favoriscano la crescita professionale delle donne, la valorizzazione del merito, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, e una maggiore trasparenza nei percorsi di carriera. Affinché il talento e l’impegno di ogni lavoratrice possano essere riconosciuti e valorizzati in modo equo».

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