L’auto elettrica: virtù e difetti. Il mezzo che con le nuove batterie batterà l’auto a benzina!
di admin Da diversi anni stanno circolando le auto elettriche o semi elettriche, senza eccessiva fortuna. Gli investimenti fatti nel passato solo ora stanno offrendo qualche ristoro. Sta di fatto che il suo profeta è diventato l’uomo più ricco del mondo e questo soprattutto in virtù delle aspettative che molti riversano sulle motorizzazioni elettriche. L’idea positiva sul risparmio energetico e sull’impatto del clima globale che ha cominciato a circolare nel mondo ha consentito che le auto elettriche prendessero avvio, ma solo una forte volontà politica in alcuni Paesi occidentali ne ha permesso il successo. . Prima il motore elettrico e la politica dei trasporti confinava questa tecnologia al concetto di poca libertà, ed i tram e le filovie sembravano brutti orpelli per le città, da sostituire quanto prima. Veniva premiata la libertà di movimento; film epici americani indicavano un strada e via verso l’infinito, verso la scoperta del nuovo orizzonte. Macchè fili e ed altri impedimenti infrastrutturali, l’auto, la moto simboleggiavano una sorte di sogno. Negli anni sessanta si poteva fare. IL concetto era di sfruttare la benzina, uno dei tanti prodotti del petrolio, che costa pochissimo e saremo liberi di viaggiare. L’odore della gasoline, poco e disperso nell’aria ancora abbanstanza pura, era considerato da alcuin un profumo. Poi la guerra in Medio-Oriente improvvisamente raddoppiò , anzi triplicò, il prezzo del petrolio e di pari passo il prezzo della benzina che nel frattempo , in Italia ma non solo, veniva caricata di ogni sorta di tasse .Ancora con i gas sembravano liberarci dal vincolo dei Paesi dell’OPEC e , con lo smog cresciutissimo, sembrava darci qualche volume di aria respirabile in più . Quindi sotto con i gasdotti. Eppure il vecchio motore elettrico era ancora efficiente, ma era l’energia elettrica che era costosa da produrre, inquinava nei siti di produzione e diveniva un doppio passaggio con evidenti perdite di efficienza. Si, c’erano i modesti contributi dell’idroelettrico, che storicamente è stato sfruttato, ma assolveva solo in parte alle necessità di economie energivore dei Paesi industrialmente sviluppati. Il peso maggiore gravava ancora sui combustibili fossili per produrla. Stoppata, fortunatamente, in Italia l’energia nucleare “sporca”( poi anche altre nazioni ci hanno seguito), il mondo ha cercato altre vie.
Ci sono altre forme di energia che la scienza e la cultura ci propone, alcun forme sono concentrate in poche mani e quindi potenzialmente pericolose, altre, sviluppate negli ultimi anni, sono tecnologicamente alla portata di molti ed assai evolute. Se queste forme , (eolico, solare, marino, geotermico) saranno sviluppate per produrre l’elettricità verrà meno il problema principale relativo alla mobilità elettrica: oggi l’energia costa ancora molto ed è molto inquinante. In Italia, per queste risorse, abbiamo una posizione geografica invidiabile e potremmo ottenere energia quasi gratis , o comunque senza dipendere da altri, con bollette energetiche di importazione pesantissime. Oltre a questo difetto di base , finora l’auto elettrica doveva risolvere il problema di immagazzinare tanta energia e velocemente ( per il gas o la benzina bastano pochissimi minuti per centinaia di chilometri). Recenti studi ( ad es. sulle nano particelle) hanno creato batterie che si caricano sempre più velocemente e immagazzinando notevoli quantità di energia. E si potrà fare meglio.
Speriamo che il recente piano verde europeo insisti sullo sviluppo di queste tecnologie, puntino a valorizzare il recupero ed il riciclo delle materie utilizzate per produrre queste novità. Riducendo gli scarti e migliorando l’efficienza dei motori, si avrà una riduzione dei costi di gestione, mentre per i costi di produzione , ancora elevatissimi rispetto alla semplicità del motore elettrico, occorrerà attendere il pieno sviluppo delle economie di scala e potremmo avere auto a poche migliaia di euro, salvo le tasse.
m.z.
In Evidenza
Produzione industriale veronese: trend positivo anche nel quarto trimestre

Valeria Bosco nominata Direttore Generale di CREA srl Impresa Sociale

Il Gruppo Vicenzi celebra i 120 anni confermando la propria leadership nella pasticceria industriale

Primo investimento di Newport & Co: acquisito il 100% di Prodotti BAUMANN S.r.l.

Imprenditoria femminile, l’Italia guida la classifica della lavoratrici indipendenti

L’economia che non fa rumore ma tiene insieme la società

Verona motore economico del Veneto: crescita, export e turismo in primo piano

Drivalia Italia rafforza la struttura: Remo Grosso nuovo Direttore Commerciale

Ricerca e sviluppo, Cariverona investe 1,2 milioni per giovani, imprese e transizione verde



