Pesanti le conseguenze del virus sugli Agriturismi veronesi. Dal 30 maggio al 2 giugno, presenze ridotte dell’80%.
di adminRisentono della triste situazione, creata da Corona virus, alloggi, ristorazione, agri-campeggi, ubicati sul territorio veronese, dal Lago di Garda, alla montagna, dalle colline, alla pianura, dove, la ripresa procede, con grande rilento. "L’agriturismo svolge un ruolo centrale, per la vacanza Made in Italy, nella Fase 2, perché contribuisce, in modo determinante al turismo di prossimità, per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori, nella campagna, per garantire il rispetto delle distanze", evidenzia Stefano Chiavegato, presidente di Terranostra Verona. "Ma senza una decisa svolta” – aggiunge Chiavegato – “l’agriturismo rischia di pagare un dazio consistente nel corso del 2020. A pesare è il calo della domanda interna, in attesa dell’apertura agli sconfinamenti, tra regioni, il 3 giugno, ma, anche il crollo del turismo internazionale, con gli stranieri, che rappresentano il 59% dei pernottamenti complessivi, nelle campagne. Senza dimenticare le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose – cresime, battesimi, comunioni, matrimoni – che si svolgono tradizionalmente, in questo periodo dell’anno, e lo stop alle attività di fattoria didattica, in collaborazione con le scuole". Una vera paralisi, dunque, che improvvisamente e in breve tempo, ha colpito ogni attività di contatto ed economica, dalla quale ci si potrà riprendere, non senza pesanti perdite, in ogni settore. Peccato, nel caso in esame, che la pandemia abbia fermato un comparto, che se è importante economicamente, è di massima importanza per il diretto, essenziale contatto, che esso crea, con quella “campagna” – senza della quale non c’è agricoltura e, quindi, vita – scarsamente o per nulla conosciuta da chi vive, fra il cemento e lo smog cittadino. Auguriamo al settore dell’Agriturismo un sollecito ritorno alla normalità.
Pierantonio Braggio
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