L’acquisto di obbligazioni di Stato – Bot, da parte della BCE, se è un bene per i Paesi finanziariamente deboli, è un danno per i Paesi forti.
di adminSe l’operazione QE aveva ed ha lo scopo di creare liquidità e, al tempo, di sostenere le quotazioni dei Bot dei cosiddetti Paesi periferici, tra i primi, l’Italia – che è pressata dal secondo debito pubblico europeo – la stessa operazione, tuttora in corso e senza limiti di tempo, danneggia la Germania, i cui Bot, non rendendo nulla, perdendo, quindi, investimenti dall’estero, che si dirigono, invece, verso i Bot della Fed, ossia, degli Sati Uniti d’America, mentre i risparmi locali privati sono in affanno, perché non remunerati, e i propri istituti di credito, tedeschi, in forte difficoltà. In merito, la cosa accade anche in Italia, ma, essa, da un lato, si trasforma in valida, perché, come detto, sostiene il valore di borsa dei Bot italiani e permette all’Italia stessa, di procedere, con successo, a nuove emissioni. Nel tentativo di evitare il proprio danno, la Germania è in contrasto con la Banca Centrale Europea, che, basandosi sul concetto, indiscutibile, della propria indipendenza, in fatto di interventi monetari, dalla politica dei vari Stati membri della zona Euro, continua gli acquisti di titoli di Stato europei e, quindi, anche italiani. Tanto più che, interpellata, dalla Germania, la Corte Costituzionale Federale Tedesca, con sede a Karlsruhe, questa considera giusta la considerazione tedesca di non proporzionati acquisti di Bot europei, e, quindi, anche italiani, da parte della BCE, quest’ultima si è vista dare ragione – QE legittimo – da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – garante del rispetto dei diritti e dei doveri, in tutti gli Stati e di tutti gli Stati, membri dell’Unione, che, in fatto di diritti e di doveri, sono da considerarsi uguali e il cui parere è vincolante, per ogni Paese membro. Ora, ogni Banca nazionale, provvede essa stessa all’acquisto di Bot locali, per conto della BCE, e, in merito, la Bundesbank, la Banca nazionale di Berlino, secondo quanto si apprende, comincerebbe, fra tre mesi, ad astenersi dall’acquisto, di propria competenza, di Bot. A seguito di questo complesso insieme di fattori, lo spread italiano ha raggiunto gli oltre 230 punti, sebbene sia confermato che gli acquisti di certificati del tesoro, da parte della BCE, continua. Certo, che, se vi non fosse questa determinante iniziativa, avviata, nel 2014, dall’allora presidente della BCE, Mario Draghi, e che, tuttavia, non potrà continuare all’infinito, l’Italia si troverebbe in gravissimi problemi, oltre a quelli, pesantissimi, causati dal Corona virus. Bisognerà vedere quale via prenderà la controversia, non dimenticando, comunque, che l’Italia, o prima, o poi, dovrà dare un taglio ad almeno parte del suo debito pubblico, se vorrà creare definitiva e costante affidabilità, intorno alle sue Bot-emissioni. Del resto, se la creazione di liquidità, derivante dall’acquisto da parte della BCE di Bot italiani, da un lato, è certamente servito e serve, ma, non a migliorare la situazione economica italiana, come si avrebbe voluto, ciò è dovuto ad un debito pubblico nostrano sempre in crescita, irriducibile, fino a che non avremo un Pil decente, ottenibile solo con forti risparmi e incisive riforme. Importante sarebbe, non tanto ridurre d’un tratto il debito, che è cosa impossibile, senza pesante sacrificio, ma, creare forte e costante capacità di crescita, una volta superata la crisi virus, in modo di poter dimostrare di d’essere in grado di abbattere, almeno, poco a poco, il debito stesso. Occorre coraggio e volontà di migliorare, a favore dei cittadini, e dell’Unione Europea stessa, che non può essere considerata un ombrello di salvataggio, e non dimenticando che i conti sono conti e che solo l’attenta tenuta e la giusta valutazione degli stessi creano benessere. Pierantonio Braggio
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