Piano Marshall. Per l’Italia…?
di adminDa mesi, è, quasi, di moda, parlare di un Piano Marshall, per l’Italia. E sarebbe un’ottima cosa. Ci chiediamo, però, se chi pensa ad un Piano Marshall, ha una visione minima di quale entità miliardaria e di quale durata, esso dovrebbe essere. Inoltre, sempre chi lo pensa, si rende conto che nulla ci verrebbe, giustamente, regalato, bensì, prestato, con previsto rimborso, con una certa somma d’interessi, ad una certa data? Chiaro che, con quanto diciamo, non c’interessa apparire, ma, solo domandarci, se chi parla di Piano Marshall, parla sul serio o per burla. Poi, data la situazione di pronto soccorso, nella quale si trova l’Italia, ci domandiamo chi, mai, sarebbe disposto a procedere alla concessione di un tale straordinario prestito, che, alla fine, per l’Italia, costituirebbe un ulteriore debito. Alla sua origine, 1947, l’americano Piano Marshall – destinato a vincitori e vinti del conflitto 1939 -1945 – aveva motivazioni politiche, pratiche e importanti, per gli Stati Uniti d’America del tempo, a due anni dalla sconfitta di Hitler. Motivazioni, che, sebbene legate alla volontà statunitense, di gettare le basi d’una nuova Europa occidentale – allora, economicamente a terra, a causa del citato, precedente conflitto nazista e fascista – democratica ed atlantica, ha giovato non poco alla stessa, soprattutto nel superare quella guerra fredda, che, iniziata, già a conflitto antinazista in corso, con il pericoloso progetto espansionistico di Stalin e satelliti, è venuta meno, solo nel 1989. In questo quadro, il Piano Marshall doveva servire, nell’immediato, ed è servito, anche a creare un certo benessere, fra le popolazioni provate dalla guerra, ad evitare che le stesse, anche se democraticamente, portassero i relativi Paesi, in mano comunista. Gli Stati Uniti rinunciarono, alla fine, ad ogni previsto rimborso. Quanto sopra, per dire, non da sapienti, che un simile Piano Marshall sarebbe un non plus ultra, nell’immediato, per il nostro Paese, ma, nei fatti, purtroppo, la cosa non è nemmeno pensabile. Perché a finanziarlo dovrebbe essere l’Unione Europea, o, meglio, gli Stati che la compongono. La quale non potendosi permettere di finanziare, con un supposto nuovo Piano Marshall, solo l’Italia…, ma, dovendo estendere lo stesso, correttamente, a tutti gli altri Stati membri, pure colpiti dal virus, viene a trovarsi nell’impossibilità di realizzarlo, dato l’enorme volume di fondi da sborsare. E, ove la cosa fosse possibile, quando e come saremmo noi in grado di restituire quanto prestatoci, fortissimamente appesantiti, come ci troviamo, da quello schiacciante e paralizzante debito pubblico, che è ormai eterna causa prima dei nostri malanni?
Pierantonio Braggio
In Evidenza
Ferrero in Italia, fatturato in aumento e 108 milioni di investimenti industriali nel 2024-2025

Lavoro in Veneto, frenata nel terzo trimestre 2025: tiene Verona con +4.600 occupati

Capodanno “italiano” da tutto esaurito sul Garda: hotel pieni al 95% e prenotazioni già per il 2026

Coldiretti Verona rafforza la governance: Melotti e Tessari entrano in Consiglio e Giunta

Intesa Sanpaolo e BEI: 700 milioni di euro per il sostegno delle PMI e mid-cap italiane

Produzione industriale veronese: trend positivo anche nel quarto trimestre

Primo investimento di Newport & Co: acquisito il 100% di Prodotti BAUMANN S.r.l.

Imprenditoria femminile, l’Italia guida la classifica della lavoratrici indipendenti

L’economia che non fa rumore ma tiene insieme la società



