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SCENARI ECONOMICI E STRATEGIE POST LOCKDOWN

di admin
L’intervento di Andrea Beretta Zanoni, partner Endevo e professore ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Verona Endevo è una società tra professionisti per azioni strutturata in modo conforme alle best practice internazionali delle advisory firm, con sede a Vicenza nella prestigiosa location di Palazzo Garzadori (Contrà Ponte San Michele, 3).

Come le aziende possono affrontare la ripartenza e quali nuove opportunità devono cogliere al fine di contenere future minacce, come quella dettata dall’emergenza Covid-19? Andrea Beretta Zanoni, partner Endevo e Professore ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Verona, propone alcune considerazioni sugli scenari economici e le strategie post lockdown.
«Il quadro macroeconomico attuale è di grandissima incertezza. In merito all’anno in corso sappiamo già che la contrazione sarà molto pesante: per l’Italia si prevede un calo del Pil di circa il 9%, per gli Usa del 6%. Non mancano quindi perplessità in merito alla tenuta della stabilità finanziaria e ci si attende che nei prossimi mesi i bilanci delle banche vengano posti sotto stress. In questo contesto, prevedere e ragionare sulle risposte a livello sanitario è ad oggi complicato. Quello che possiamo affermare è che non si tratta di “un’economia di guerra”: in quelle situazioni, infatti, non si creano degli shock assoluti sulla curva dell’offerta come quello a cui stiamo assistendo. Inoltre, in contesti come quello odierno, lo shock nell’offerta tende poi a generare degli effetti “loop”, andando a comprimere anche gli effetti sulla domanda. Se non si trova dunque il modo di arrestare questo loop, il calo dell’offerta e quello della domanda proseguono generando dei fenomeni depressivi. Gli interventi di politica economica diventano quindi molto importanti e delicati, in quanto è necessario intervenire nei tempi giusti per supportare domanda e offerta; bisogna dunque alternare politica monetaria con politica di bilancio. La crisi attuale è diversa anche rispetto a quella del 2008: la differenza principale consiste nel fatto che quella del 2008 era dettata da una crisi finanziaria e l’intervento della politica monetaria si rivelò decisamente più elevato. In questo caso invece si tratta di una situazione più complicata, che prevede più interventi sincronizzati. Se l’emergenza – nella più positiva delle previsioni – dovesse essere contenuta entro l’estate a livello sanitario e l’intervento della politica economica avverrà nei tempi, nel 2021 potremmo avere una ripresa dell’economia globale, seppur con le dovute differenze da Paese a Paese; se invece i risultati sia delle risposte sanitarie che di politica economica fossero inferiori nel breve periodo, al calo del 2020 seguirà un comportamento molto incerto e differenziato tra Paesi e settori. L’altro elemento di grande incertezza deriva dal fatto che i settori – nonostante oggi le interconnessioni settoriali sono molto forti – hanno risposto in maniera differente e questo rende ancor più complicato realizzare previsioni affidabili. Passando al microeconomico, concentrandoci sul post lockdown e sul “post post lockdown”, la prima riflessione importante riguarda il fatto che il tipo di rischio che si sta configurando per molte aziende crea la necessità di continuare a lavorare su una analisi di sensitività finanziaria e – al contempo – di comprendere gli spazi di manovra a disposizione dell’impresa per il mantenimento di condizioni di continuità. Bisogna avere quindi una visione ampia di quanto succede nella filiera, dato che esistono forti interconnessioni al suo interno. Questa va coordinata con un’attività di monitoraggio che ciascuna impresa deve fare avendo chiaro il percorso che la propria filiera produttiva seguirà e il ruolo che la singola realtà ricopre nella filiera produttiva. Un altro tema riguarda la necessità di sviluppare una grande attenzione alle nuove tecnologie, non tanto con riferimento allo sviluppo dello smart working, quanto ad esempio all’avvento del 5G. Da questi fattori deriva una crescente necessità di essere molto flessibili, veloci e disponibili nei confronti delle richieste dinamiche che il mercato proporrà alle imprese e ancor più emergerà il fabbisogno per tutti di fare vera strategia: dovremo cioè abituarci a lavorare per scenari alternativi, individuando i trigger point che ci aiutino a comprendere in che direzione andranno gli scenari futuri. È inevitabile che il post post lockdown porti a una fase di consolidamento. Il tutto dovrà essere fatto con una visione strategica e una pianificazione finanziaria precise».

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