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BOTTEGA: IN SICUREZZA RIAPRIAMO AZIENDE E ATTIVITA’ DI CONSUMO

di admin
A giorni Sandro Bottega, a capo dell’azienda vinicola di Godega di Sant’Urbano, lascerà a casa i suoi 170 dipendenti e altrettanti dell’indotto. “La nostra attività è ammessa ma tutti i ristoranti, gli alberghi, i bar e le enoteche del mondo sono chiuse come pure gli aeroporti e le compagnie aeree. Gli ordinativi sono scesi a…

Si parla di comitato di esperti e mi rincuora ma dovrà occuparsi di cose pratiche, di riaprire le aziende e le attività al consumo. Tutto in sicurezza trovando, come deve essere, mascherine, guanti, igienizzanti, termometri, incentivandone la produzione. E’ inutile riaprire le fabbriche se i consumatori non potranno spendere il loro reddito che percepiranno. Chi andrà ad acquistare un’auto se poi sa che deve stare chiuso in casa? E il turismo? Gli stranieri ritorneranno solo se gli hotels saranno aperti ma dovremo incentivarli a venire nel nostro paese. Tagliare la tassa di soggiorno, esenzione dell’Iva, dei vantaggi che dovranno essere estesi anche agli italiani”. Sandro Bottega è un fiume in piena. Fa notare che bisognerà aumentare la competitività grazie ad un minor cuneo fiscale e fare in modo che le nostre aziende non subiscano la concorrenza estera. Equiparare i dazi di importazione europei a quelli dei paesi del mondo dove i nostri prodotti vengono esportati, leggi più semplici e promozione del Made in Italy. “La sicurezza” dice ancora Sandro Bottega, “la devono dettare gli esperti ma ogni imprenditore deve aver a cuore il benessere delle persone che lavorano. Chi non lo ha non è un imprenditore, è uno sciacallo. Ci è stato detto che sono stati stanziati 430 miliardi di euro ma di fatto non ne viene speso nemmeno uno se non in caso di inadempienze debitorie. Si tratta solo di garanzie che verranno date a favore di banche, di chi dovrà concedere i prestiti che saranno prestiti che dovranno poi essere restituiti. In sintesi la crisi la pagheranno i lavoratori con una riduzione del proprio reddito a causa della diminuzione delle ore lavorate, e gli imprenditori erodendo il proprio capitale o quello che saranno in grado di realizzare con il proseguimento dell’attività.  Ma lo Stato pagherà molto poco o, probabilmente, nulla. Per chi deve scrivere le regole per risollevare l’economia servono bravi analisti e capacità di ferma negoziazione, magari spiengandosi in lingua inglese” LIETA NACCARI

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