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Nella catastrofe da Corona virus, grande la voglia di “fare il bene”.

di admin
Solidarietà e misure in atto, fanno sperare in un superamento della terribile crisi. In politica, sia internazionale, che nazionale, vanno promosse pace, collaborazione, anche economica, e ricerca scientifica, per il bene dell’umanità.

Gesti di alta solidarietà e di disponibilità di giovani e di meno giovani, numerosissimi. Gesti e disponibilità, che commuovono e che ci fanno pensare, come la “bontà d’animo” viva ancora, attiva e pronta. Commuovono, perché anche una semplice, errata esposizione degli spontanei attori, di professione e volontari, può significare, come dobbiamo, purtroppo, costatare, perdere la vita. Eppure, coscienti di tale pesante possibilità, migliaia di concittadini, di tutte le età, con esperienza o senza esperienza, si pongono, ogni giorno, più numerosi, coraggiosamente, a disposizione del proprio prossimo, dei propri concittadini, in due parole, degli altri. Impossibile è elencare le svariate categorie di appartenenza di coloro, che, spontaneamente, medici e infermieri, in primis, offrono se stessi, per collaborare alla salute altrui, in una guuerra, che, speriamo, possa essere vinta, anche se dura e creatrice di vittime, cui il destino, per le note esigenze, non concede nemmeno una cerimonia di doveroso commiato. Che non è solo saluto a chi ci lascia, ma, semplicissima consolazione, per chi è stato privato, dall’infezione in corso, d’un proprio caro o di un proprio amico. Potremmo limitarci a trattare di cose, puramente nostrane, ma, il Corona ci presenta una catastrofe globale, una catastrofe, a livello internazionale, che non perdona, che ci rende, un volta tanto, sia pure forzatamente, tutti uguali, tanto nel trasferirci il male, che nel subirne le conseguenze, talvolta, come vediamo, sino alla morte. Un invito solenne all’umiltà! Quanto veritiero ed attuale è l’ammonimento cattolico:” Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”! – Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere tornerai”! Per questo, in sede internazionale, l’uomo di ogni etnia, di ogni religione, di ogni credo politico, dovrebbe capire che orgoglio, presunzione, egoismo, potenza economica, potenza militare e volontà di supremazia, da raggiungere con sanguinosi conflitti, con missili micidiali o con il possesso di armi nucleari, o ancora, con congegni, oggi non noti, sono fattori, che a nulla servono, guarda caso, contro l’attuale nemico invisibile, privo di armi, ma, capace di sconvolgere, sotto ogni aspetto, come sta sconvolgendo, il globo, mentre, al momento, non c’è antidoto, che possa sconfiggerlo. Dobbiamo capire e il Corona ce lo fa e farà comprendere, che nessun uomo, nessun popolo è invulnerabile e che, quindi, a nulla serve mirare a raggiungere grandezza e, quindi, a mantenerla, a danno di altri, il nostro prossimo. Importante, sarebbe stato che anziché mirare a tale inutile grandezza, con relativa spesa, si fosse pensato, almeno nel recente passato, a maggiore ricerca scientifica, a scopo unicamente umano. Tale lezione, ce l’impartisce Corona virus, con la sua arrogante e, talvolta, letale incisività. Per quanto riguarda l’Italia, in fatto di misure antivirus, sebbene qualche errore può essere stato fatto, appare evidente che un’attentamente applicata, massima buona volontà, per arginare la purtroppo rapidissima diffusione del virus, e che misure ad hoc, in essere, non mancano. Le quali, almeno sembra, come ci auguriamo, comincino a dare i propri frutti, pur spesso, nella ristrettezza, imprevista ed imprevedibile, di congrua disponibilità di ambienti, di antidoti, di apparecchi medicali e, non ultimo, di denaro. Certo, l’attuale, imprevista e, quindi, nuova esperienza impone agli Stati di tenersi pronti ad ogni possibile futura evenienza – chi avrebbe mai pensato al Cotrona virus, causa prima, anche di pesanti lutti? – e di creare collaborazione, mai dimenticando l’importante tema “ricerca”, come sopra cennato, non in tema di armi, ma, di salute. In sede italiana, dovrebbero sparire, almeno per qualche tempo, le divisioni politiche – di fronte a sinistra o a destra, a polemiche e a litigi, a estremizzazioni, a ricerca di visibilità, l’infezione segue il suo corso, non guardando in faccia nessuno… In tal senso, ed anche in vista delle gravi conseguenze, in ogni settore, che il virus sta creando e addurrà, “salutare” sarebbe, quindi, un Governo di Salute pubblica, nel quale tutte le visioni politiche avessero la parola – i cittadini non hanno colore, ma solo bisogno di benessere – anche per quanto riguarda un futuro difficile, da affrontare, per rimettere in moto, il più rapidamente possibile, quell’economia, che, spesso, troppo criticata, è pure necessaria, guarda caso, anche, per garantire, con miliardi, la salute. Occorre unità, d’intenti, non solo, per liberare l’Italia dal virus, ma, anche, per gettare le basi, attraverso riforme incisive e mai dimenticando l’esigenza di riduzione del pericoloso debito pubblico, di crescita e di prosperità. Pierantonio Braggio

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