Ipotesi: la crescita esponenziale del Cortona virus, nella Pianura padana, dovuta alle polveri PM10 e PM2,5? Più alberi e parchi, la risposta più efficace a tali polveri e alla loro azione diffusoria.
di adminCi riferiamo alle voci PM10 e PM2,5, che troveremo nel comunicato e che “arpa Umbria – Monitoraggi aria” spiega come segue: Le polveri fini, denominate PM10, sono le particelle inquinanti, presenti nell’aria, che respiriamo. Queste piccole particelle possono essere di natura organica o inorganica e presentarsi allo stato solido o liquido. Le particelle sono capaci di adsorbire sulla loro superficie diverse sostanze con proprietà tossiche, quali solfati, nitrati, metalli e composti volatili. Le polveri fini vengono classificate, secondo la loro dimensione, che può determinare un diverso livello di nocività. Infatti, più queste particelle sono piccole, più hanno la capacità di penetrare nell’apparato respiratorio. Le PM10 possono essere inalate e penetrare, nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe.
Le PM2,5 possono essere respirate e spingersi, nella parte più profonda dell’apparato, fino a raggiungere i bronchi.
Le polveri ultrafini potrebbero essere addirittura in grado di filtrare fino agli alveoli e, ancora più in profondità, nell’organismo e, si sospetta, entrare nel circolo sanguigno e poi nelle cellule. Le fonti principali di polveri fini sono due: a) fonti naturali: incendi boschivi, attività vulcanica, polveri, terra e sale marino, alzati dal vento (il cosiddetto aerosol marino), pollini e spore ed erosione di rocce. b) fonti antropogeniche: traffico veicolare, sia dei mezzi diesel che benzina, uso di combustibili solidi, per il riscaldamento domestico (carbone, legna e gasolio), residui dell’usura del manto stradale, dei freni e delle gomme delle vetture ed attività industriale. Il testo del comunicato LIPU: “Gli studi di alcune autorevoli Università italiane hanno dimostrato una relazione diretta fra la diffusione del Corona virus e la presenza nell’aria di forti concentrazioni di PM10 e PM2,5. Alla ricerca hanno collaborato studiosi degli atenei di Bologna, Milano, Bari e Trieste, nonché esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale. Partendo dall’influenza aviaria del 2010, è stato notato che il virus era risultato veicolato, per lunghe distanze, attraverso tempeste asiatiche di polveri. Una prima analisi, sulla diffusione del COVID-19, in Italia, sottolinea che il superamento del limite di legge di 50 microgrammi, per metro cubo di aria, per polveri sottili, ha provocato, tenendo presente i necessari tempi di incubazione, uno sviluppo abnorme del contagio. In particolare i dati registrati, nel periodo dal 10 al 29 febbraio, hanno innescato una crescita esponenziale del virus, nei primi quindici giorni di marzo. La concentrazione dei maggiori focolai, del resto, si è registrata proprio in Pianura Padana, mentre i minori casi di infezione si sono manifestati, in altre zone del Paese. Nell’area storicamente più inquinata d’Italia e d’Europa, i focolai sono risultati particolarmente virulenti, con accelerazione anomale, rafforzando l’ipotesi di una diffusione, correlata ad un veicolante potente, costituito dalle PM10, ben oltre il limite. Con una politica ambientale differente, si sarebbe potuta limitare la gravità di questa situazione. Piantumazioni, spazi verdi e parchi sono la risposta più efficace ai problemi dell’inquinamento, ma troppo spesso ignorati da Amministrazioni e Governi. Verona, in particolare, ha urgente bisogno di un bosco urbano come previsto dalla normativa regionale, che continua ad essere differito nel tempo. Quanto sta succedendo dimostra in maniera chiara che tali scelte non sono più differibili. Per quanto riguarda il massiccio taglio di Alberi per la realizzazione del filobus, seminare pianticelle, che cresceranno negli anni, pregiudica l’ecosistema cittadino, favorendo la nascita di emergenze come quella terribile, che stiamo vivendo. Verona ha bisogno di verde e ne ha bisogno subito. L’appello alla sensibilità dei nostri Amministratori è, una volta tornati alla normalità, di non dimenticare la lezione, che ci viene impartita, in questi giorni, che è quella di non perdere tempo. E’ necessario procedere, una volta per tutte, con interventi radicali e a lungo termine”. Polveri inquinanti, forse, anche diffusorie, e alberi. Due fattori, sui quali dobbiamo concentrare la nostra attenzione, facendo il possibile, per ridurre il traffico, almeno, nei centri-città, creatore, appunto, di polveri, e per dare sempre più spazio all’albero, riconoscendogli l’importanza della sua presenza, quale elemento essenziale per la vita umana ed animale.
Pierantonio Braggio
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