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La questione del “fine vita” infiamma le discussioni teologiche

di admin
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha di fatto mandato assolto nello specifico l'autore di un presunto reato che si era autodenunciato per aver in quaolche modo aiutato un uomo sofferente a morire, le chiese non mancano di farsi sentire. Ecco sotto un esempio:La sacralità della vita e la sentenza sul suicidio assistito della…

La sacralità della vita e la sentenza sul suicidio assistito, un momento di riflessione anche per veronaeconomia.

La Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme nuovamente afferma senza alcuna ambiguità che la vita è sacra e che nessun uomo, per quanto eminente, può sostituirsi a Dio, unico e supremo Legislatore universale, nel decidere chi e in quali circostanze l’essere umano deve vivere o morire.
La decisione della Corte Costituzionale italiana – che, con una sentenza senza precedenti resa nota il 25 settembre u.s., ha di fatto aperto la strada all’eutanasia di Stato – si pone in contrasto con la Legge Suprema sancita dal Legislatore divino che a tutti ha comandato di “non uccidere” (Mt 5,21). Di conseguenza, nessuno può aiutare altri ad uccidere o ad uccidersi.
Pertanto, uno Stato di diritto, che ha a cuore la vita dei propri cittadini, non può mai decretarne il “fine vita” né, tantomeno, autorizzare o accompagnare al suicidio, in ogni sua forma. La sacralità della vita, per ogni uomo e, a maggior ragione, per chi si professa cristiano è un bene non negoziabile, dal naturale concepimento fino al “fine vita”, che va difeso e tutelato, senza ambiguità e senza eccezioni.

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