Nuove attività nascono da “Progetto Ponte – dall’Università alla creazione di imprese sociali”.
di adminIl corso, iniziato a fine ottobre 2016 e finanziato da Fondazione Cattolica Assicurazioni, ha raccolto un’adesione trasversale di studenti e laureati/e provenienti da diverse facoltà, molti dei quali già in possesso di un progetto imprenditivo in diversi ambiti, dalle nanotecnologie, all’innovazione in campo agricolo fino all’accoglienza dei migranti. La maggioranza delle adesioni, pari al 60%, è stata di genere femminile.
L’intero percorso, formulato in 12 incontri tra lezioni frontali e di laboratorio, è stato tenuto da docenti dell’università scaligera e da esperti/e in economia sociale di Mag Verona, per un totale di 49 ore. «I partecipanti hanno espresso grande curiosità per l’impresa sociale e le tematiche proposte – afferma il professor Luca Zarri, referente del progetto per il dipartimento di Scienze economiche dell’università di Verona -. Di particolare interesse sono stati i temi legati alle prospettive dell’impresa sociale nel nostro Paese, nell’attuale contesto normativo e socioeconomico».
Conclusa la parte didattica, ora il percorso prosegue per 15 partecipanti, ai quali Mag Verona offre l’accompagnamento all’avvio d’impresa, dopo aver rielaborato le idee avanzate dagli allievi per far emergere gli elementi di fattibilità. «Il percorso didattico ha portato al confronto di competenze e desideri con la possibilità di tradurli in pratica – afferma Paolo Dagazzini, responsabile dell’area progetti di Mag Verona -. Da questo processo sono nati dei progetti in ambito artigianale, sociale, ambientale, ricettivo, frutto anche della condivisione di passioni e competenze personali. Al centro di queste idee c’è pure la visione del rapporto vita-lavoro come spazio generativo per sé e per la società. L’accompagnamento di Mag della fase organizzativa e della sostenibilità economico-finanziaria mira all’avvio di questi progetti, per i quali è previsto anche il supporto del microcredito, in caso di necessità».
«L’impresa sociale è l’atto stesso del mettersi in gioco – afferma Edoardo, impegnato con altri tre compagni di corso nella realizzazione di un coworking per nuove artigianalità, che condividano spazi, strumenti e competenze -. Sarà impegnativo, ma credo che la felicità e l’economia si possano conciliare, se chi fa impresa collabora più che competere». Gli fa eco Sara, che sottolinea quanto «l’impresa sociale deve relazionarsi con il territorio in un rapporto di reciprocità. Il problema per i giovani è proprio entrare nel sistema economico e poi restarci, a maggior ragione quando le regole del mercato sono in conflitto con i propri valori».
Un bilanciamento che anche Anna Chiara, assistente sociale, spera di raggiungere con la sua fattoria sociale, in cui coinvolgere persone in stato di marginalità, mentre Fabio, già attivo nell’accoglienza dei migranti, intravede lo sviluppo di nuovi servizi grazie a un percorso formativo che «ha dato strumenti e una direzione ai miei obiettivi».
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