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Alessandro Bazzani (1807-1889), sacerdote, scrittore e poeta veronese, stese circa trecento poesie e espresse i suoi pensieri in oltre trenta volumi.

di admin
Conoscitore approfondito di varie lingue, anche del Medio Oriente, fu ottimo traduttore.

Non basta industriarsi in proprio, alla ricerca del sapere, la cui vastità non ha limiti. Torna, quindi, utile anche ascoltare suggerimenti di altri ricercatori, per dare alla propria cultura maggiore ampiezza. Agendo solo autonomamente, si arrischia di crearsi dannosi confini, che, talvolta, ci escludono da ulteriore conoscenza. È il caso della vita e dell’opera del grande sacerdote Alessandro Bazzani, nativo di Aselogna, Cerea, Verona, da considerarsi come importante fiore all’occhiello del Basso Veronese. Certamente, tuttavia, non avremmo saputo dell’eccellenza di tale studioso ed autore, se la cosa non ci fosse stata segnalata dall’ing. Fiorello Stopazzolo, Legnago, attivo appassionato della cultura e del bello. Alessandro Bazzani (1807-1889) merita d’essere ricordato e, al tempo, profondamente studiato per la potenzialità della sua attività di ricerca e di studio, oltre che come sacerdote – egli esegui i suoi studi di ginnasio a Legnago, poi, presso il Seminario di Verona, a Padova e, in fine, a Vienna, dove, nel gennaio 1832, fu ordinato sacerdote in Santo Stefano – anche come grande appassionato della lingua “alemanna” o tedesca, nonché come divulgatore della stessa, onde chi l’avesse appresa, trovasse più facile accesso allo studio della pur grande Letteratura tedesca. La sua conoscenza di detta lingua deriva anche dal fatto che Bazzani compì studi teologici per il suo indirizzo sacerdotale, come accennato, a Vienna, e che fu per otto anni, sino al 1850, Regio Cappellano della Guardia nobile del Lombardo-Veneto. Studioso pure di diverse lingue, si diceva, fra le quali anche del francese e dello svedese, nonché di idiomi medio-orientali, si concentrava, appunto, in particolare sul tedesco, sebbene non sopportasse la pesante pressione dell’autorità austriaca sulla sua gente e sulla sua terra, talché, per la sua posizione antiasburgica, Alessandro si trasferì, in cerca di libertà, nel 1860, a Mirandola, Modena. Bazzani poliglotta tradusse e scrisse molto – circa trenta volumi – e, a modesto chiarimento, redasse circa trecento poesie, dai contenuti concreti e legati al tempo, mancante di libertà, in cui egli visse.
Alessandro Bazzani va, quindi, riportato alla luce, per l’alto contributo culturale, che egli seppe proporre – qui, appena cennato – unito a quello della sua instancabile lotta per la libertà.

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