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Fiere, il sistema italiano cresce ancora nel 2025: +5% la superficie espositiva

di Matteo Scolari
Secondo Aefi, presieduta da Maurizio Danese, il settore consolida il sorpasso sul pre-Covid. Aumentano espositori e presenze estere, mentre il Governo rafforza le misure per l’internazionalizzazione del Made in Italy.

Il sistema fieristico italiano chiude il 2025 con indicatori ancora in crescita, consolidando i risultati già molto positivi del 2024, anno in cui gran parte delle performance aveva superato i livelli pre-Covid. È quanto emerge dai dati provvisori presentati da Aefi – Associazione esposizioni e fiere italiane nel corso dell’assemblea di fine anno svoltasi a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del ministro Adolfo Urso.

Il ministro Urso e il presidente Danese.

Nel corso dell’anno sono stati organizzati 915 eventi fieristici in Italia, con una superficie espositiva venduta in aumento del 5% rispetto al 2024, per un totale che sfiora gli 11 milioni di metri quadrati. Crescono anche gli espositori complessivi (+6%) e, in modo ancora più marcato, quelli esteri (+7%), che rappresentano ormai il 20% del totale. Un segnale chiaro della rinnovata attrattività internazionale delle fiere italiane.

Parallelamente, continua l’espansione dell’attività fieristica italiana all’estero: nel 2025 sono state 89 le fiere organizzate fuori dai confini nazionali, in 20 Paesi. In testa alle destinazioni si conferma la Cina, seguita da Brasile, Stati Uniti, Germania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Messico, a testimonianza di una strategia sempre più orientata ai mercati globali ad alto potenziale.

«Anche quest’anno il sistema fieristico si è confermato il primo alleato dell’impresa Italia per le attività di business e per gli obiettivi internazionali di un Paese fortemente export-oriented come il nostro – ha dichiarato il presidente di Aefi Maurizio Danese –. Siamo uno strumento del Made in Italy e guardiamo con estremo interesse al Piano d’azione per l’export del Ministero degli Esteri, accogliendo con favore l’introduzione nel Ddl Bilancio di risorse aggiuntive pari a 100 milioni di euro l’anno dal 2026 al 2028 per la promozione del prodotto Italia nel mondo».

Maurizio Danese, presidente AEFI.

Lo sguardo è già rivolto al 2026, che si preannuncia particolarmente intenso per i 50 quartieri fieristici italiani, che con 4,2 milioni di metri quadrati di superficie espositiva complessiva si collocano al quarto posto al mondo per ampiezza. Sono 878 gli appuntamenti in calendario, di cui 276 fiere internazionali e 202 nazionali. I comparti più rappresentati saranno food, bevande e ospitalità (12%), seguiti da tessile, abbigliamento e moda insieme a sport, hobby, intrattenimento e arte (11%). Quote rilevanti anche per tecnologia e meccanica (9%), agricoltura, silvicoltura e zootecnia (8%) e gioielli, orologi e accessori (7%).

Fiere e imprese restano dunque strettamente intrecciate lungo le principali filiere dell’export nazionale. Agroalimentare, tecnologia, moda-bellezza, edilizia-arredo e tempo libero – gli stessi settori su cui si concentra gran parte dell’attività fieristica – generano infatti il 30% della produzione nazionale e il 63% dell’export italiano, confermando il ruolo strategico delle manifestazioni fieristiche come piattaforma di sviluppo economico e commerciale.

Nel complesso, il comparto fieristico italiano produce un impatto economico sui territori stimato in 22,5 miliardi di euro l’anno, rafforzando la propria funzione di infrastruttura chiave per la competitività delle imprese e per la proiezione internazionale del Made in Italy. Un ruolo che, anche nel 2025, si conferma centrale per sostenere crescita, relazioni commerciali e attrazione di investimenti.

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