Germano Zanini: «Top Imprese racconta una Verona che cresce, investe e guarda al futuro»
di Matteo ScolariLa nuova edizione di Top Imprese 2026 è un lavoro di analisi e approfondimento che mette al centro la fotografia economica delle aziende veronesi, tra bilanci, occupazione, export e prospettive di sviluppo. Con Germano Zanini, Amministratore Delegato del gruppo editoriale Verona Network, entriamo nel cuore della pubblicazione e nei segnali che emergono dai dati.
Zanini, cosa racconta l’edizione 2026 di Top Imprese?
Racconta una Verona che cresce, che è forte e tenace. È stato analizzato un campione enorme, oltre 12.500 bilanci, tenendo conto di settore merceologico, anno di costituzione, numero di dipendenti, fatturato e utile d’esercizio. Delle 12.500 imprese, 2.500 sono presenti nella versione cartacea e 10.000 sono consultabili nella piattaforma digitale. I numeri ci dicono che il 2024 è stato un anno positivo: alcune manifatture hanno rallentato, ma complessivamente Verona ha registrato performance solide, confermandosi una provincia con grandi capacità industriali e un tessuto imprenditoriale vitale.
Quali indicatori confermano questa solidità?
I dati della Camera di Commercio parlano chiaro: Verona ha esportato merci per oltre 6 miliardi di euro nel primo semestre 2025, con incrementi significativi in ambiti come l’alimentare, il tessile e l’ortofrutta. Germania e Spagna sono mercati che stanno riprendendo, alcune aree come la Polonia crescono a ritmi importanti. Il valore aggiunto della nostra provincia nel 2024 è stato di 35,4 miliardi di euro, che ci colloca al decimo posto in Italia. Il tasso di occupazione è del 70,6% e la disoccupazione scende al 2,6%. Sono segnali che raccontano un territorio attivo, competitivo, che produce valore e dà lavoro.
Perché l’attenzione ai dipendenti è stata inserita come colonna chiave nella rivista?
Perché il fatturato racconta solo metà della storia. La forza delle imprese sono anche i posti di lavoro che generano, le opportunità offerte ai giovani e alle famiglie, il valore sociale che lasciano sul territorio. Verona ha tassi di occupazione molto alti e un numero di imprese che continua ad assumere. Avere aziende solide che investono sul capitale umano significa avere comunità che restano vive, territori inclusivi, competenze che crescono. E per noi era doveroso riconoscerlo.
Il segretario Mason ha parlato della difficoltà nel reperire personale specializzato. È una criticità che emerge anche dalle vostre analisi?
Sì, è un problema molto presente. Da una parte abbiamo un calo demografico pesantissimo: dagli anni Settanta a oggi i nati si sono più che dimezzati e nel 2024 siamo sotto le 400.000 nascite annue. Dall’altra formiamo giovani con competenze valide, ma poi una parte importante sceglie di andare all’estero. È un paradosso: investiamo sulla formazione, ma poi non tratteniamo le persone. Per evitarlo dobbiamo rendere l’Italia, e Verona, luoghi competitivi, dove si possa crescere professionalmente e costruirsi un futuro. Ci vogliono incentivi fiscali, politiche attive e progettualità congiunte tra scuola e imprese.
In quest’ottica, il Premio Innovazione del vostro Gruppo diventa un tassello importante?
Assolutamente sì. Il Premio Innovazione nasce proprio per creare dialogo tra scuola e mondo del lavoro. Coinvolgiamo scuole superiori e ITS, stimolando gli studenti a progettare soluzioni concrete su economia circolare, tecnologia, sostenibilità, meccatronica. I progetti vengono valutati da imprenditori, e anche l’uso dei social serve a valorizzare le idee migliori. Vogliamo che i ragazzi conoscano le imprese, e che le imprese conoscano i ragazzi. È un ponte culturale e professionale prezioso: far capire che il futuro si costruisce insieme.
Guardando avanti, quali sono i temi cruciali per continuare a far crescere Verona?
Ci sono temi che non possiamo più rinviare. Le infrastrutture, prima di tutto. L’autostrada è satura, i lavori olimpici hanno mostrato quanto il sistema urbano sia fragile sotto pressione. Il completamento dell’alta velocità e alta capacità è fondamentale per spostare una parte delle merci su rotaia e rendere più fluida la mobilità. E poi c’è il credito: molte risorse oggi sono ferme sui conti correnti, bisogna rimetterle in circolo a favore delle imprese. Infine la scuola: deve formare figure tecniche, preparare giovani per le necessità produttive reali e farli sentire protagonisti. Verona ha numeri eccellenti e ottime prospettive, ma l’impegno verso il futuro deve essere costante e condiviso.
Chiudiamo con le Olimpiadi del 2026: che opportunità rappresentano?
Sono un appuntamento storico, una vetrina mondiale irripetibile. Porta entusiasmo, attenzione internazionale e stimolo a fare sistema. Io avrei voluto che Verona parlasse di Olimpiadi già dal 2022 o dal 2023: è un evento che capita una volta sola e cambia la percezione della città. Da oggi in avanti avremo gli occhi del mondo addosso, e questo dà adrenalina, ambizione, voglia di investire, migliorare, farsi trovare pronti. Top Imprese 2026 racconta aziende che stanno lavorando proprio in questa direzione: innovano, crescono e competono. Verona può e deve essere all’altezza.
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