Intesa Sanpaolo, utile netto a 7,6 miliardi nei nove mesi: «Oltre 9 miliardi attesi per il 2025»
di Matteo ScolariIntesa Sanpaolo archivia i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 7588 milioni di euro (+5,9% sul 2024) e proventi operativi netti sostanzialmente stabili a 20432 milioni, grazie alla crescita di commissioni (+5,1%) e risultato dell’attività assicurativa (+4,7%), che compensano il calo degli interessi netti. I costi operativi scendono dello 0,4% a 7956 milioni, portando il cost/income al 38,9%, tra i migliori in Europa per grandi gruppi bancari. Il risultato della gestione operativa si attesta a 12476 milioni (+0,2%), con costo del rischio annualizzato a 25 bps e incidenza dei crediti deteriorati all’1,1% netta (2,3% lorda; metodologia EBA: 1% e 2%).
Sul fronte patrimoniale, il Common Equity Tier 1 ratio è al 13,9% (pro-forma 14,9%), +105 bps da fine 2024, dedotti i 5,3 miliardi di dividendi maturati nei nove mesi e l’impatto negativo di Basilea 4. La liquidità resta ampia con LCR 142% e NSFR 122%; MREL al 38% (22,3% componente subordinata), ampiamente sopra i requisiti.
Il CdA ha deliberato un acconto dividendi di 18,6 centesimi per azione per un totale di 3239 milioni di euro (stacco 24 novembre, record date 25 novembre, pagamento 26 novembre 2025). Nel 2025 la banca restituisce circa 8,3 miliardi agli azionisti, includendo l’acconto e il buyback da 2 miliardi concluso a ottobre. La guidance indica un utile netto “ben oltre” i 9 miliardi per l’intero anno, grazie anche ad azioni gestionali nel quarto trimestre.

«Intesa Sanpaolo si conferma banca leader in Europa per solidità e capacità di creare valore» – afferma l’AD Carlo Messina – «unendo a questo un programma per il sociale da 1,5 miliardi di euro entro il 2027. Ad oggi sono già stati realizzati interventi per 900 milioni, con oltre 64 milioni di interventi tra pasti, posti letto e medicinali». E ancora: «Nel 2025 restituiamo circa 8,3 miliardi di euro ai nostri azionisti, includendo i 3,2 miliardi di interim dividend che sarà pagato a novembre». Messina ribadisce l’obiettivo 2025: «I primi nove mesi chiudono con 7,6 miliardi; per il 2025 ci attendiamo un utile netto ben oltre i 9 miliardi, sostenuto dal contributo equilibrato di tutte le aree di business».
Sul sostegno all’economia reale, nei primi nove mesi 2025 il gruppo ha erogato 63,4 miliardi di nuovo credito, di cui circa 43 miliardi in Italia (+40% a/a). Sono 2050 le aziende riportate in bonis nel periodo e circa 146000 dal 2014, con circa 10250 e 730000 posti di lavoro preservati. Le attività finanziarie della clientela superano i 1411 miliardi (+2,1% sul 31/12/2024), con raccolta indiretta 826 miliardi e risparmio gestito 486 miliardi.
Nella composizione dei ricavi, la spinta arriva anche dal risultato netto fair value (633 milioni, in forte recupero sul 2024), mentre per aree di business si segnalano: Banca dei Territori con 9094 milioni di proventi e 2492 milioni di utile netto; IMI CIB in forte crescita (+22,4% ricavi) con 1696 milioni di utile; Private Banking a 1213 milioni; Insurance a 726 milioni; Asset Management a 415 milioni.
Sul capitolo innovazione, Messina richiama 5 miliardi di investimenti IT e 2350 specialisti assunti, l’estensione della piattaforma cloud-native e il rafforzamento dei canali digitali: Isybank ha superato 1 milione di clienti in due anni; Fideuram Direct conta 81000 clienti e 3,3 miliardi di attività finanziarie. L’AI conta circa 150 app in sviluppo e 300 specialisti, con un apporto atteso al risultato corrente 2025 di circa 100 milioni.
Sul fronte ESG e cultura, il gruppo indica 95% di energia da fonti rinnovabili, 84,7 miliardi erogati tra 2021 e 9M25 a supporto di green economy, economia circolare e transizione (di cui 3,6 miliardi S-Loan 2025 e 1,8 miliardi S-Loan Progetti Green da lancio 2024), e Gallerie d’Italia con circa 530000 visitatori nei nove mesi. SBTi ha convalidato a gennaio 2025 gli obiettivi su emissioni proprie e finanziate; le emissioni finanziate dei settori ad alta intensità risultano -32,9% nel 2024 vs 2022.
Per l’area Verona–Veneto, il profilo emerge su più piani: la banca evidenzia la priorità a famiglie e Pmi nell’erogazione del credito e l’attività di Wealth Management e Protection diffusa sul territorio, mentre i Laboratori ESG già attivi in Venezia e Padova supportano le Pmi del Nord Est nella transizione (consulenza e prodotti S-Loan). Il perimetro culturale vede Vicenza tra le sedi di Gallerie d’Italia, con ricadute in termini di pubblico e indotto.
Messina chiude guardando al nuovo piano: «Il nostro modello diversificato, la solidità patrimoniale e la capacità di generare reddito sono i pilastri del successo. Siamo convinti che il potenziale interno al Gruppo continuerà a rafforzare la leadership in Europa e la capacità di creare valore sostenibile per tutti gli stakeholder».
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