“Community engagement”: il motore silenzioso che tiene unito il territorio
di Matteo ScolariC’è un filo rosso che lega le esperienze raccontate nella quarta puntata della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, dedicata a enti, infrastrutture e innovazione: la capacità del territorio veronese di fare sistema. Un modello di collaborazione che unisce amministrazioni, consorzi, aziende pubbliche e società partecipate in un obiettivo comune — modernizzare i servizi, difendere l’ambiente, sostenere la competitività — anche in un contesto economico complesso e segnato da incertezze.
Dalle interviste emerse durante il Focus Verona Economia, il quadro è quello di un territorio che non subisce le trasformazioni, ma le guida. Gli esempi non mancano.
Il Consorzio di Bonifica Veronese, con il presidente Alex Vantini, ha ricordato come la gestione dell’acqua sia oggi un tema cruciale non solo per l’agricoltura, ma per la sicurezza idrogeologica dell’intera pianura. Con oltre 40 milioni di euro di investimenti PNRR, i cantieri avviati a Sommacampagna e lungo il Tione uniscono efficienza idrica, produzione di energia rinnovabile e tutela del territorio.

A testimoniare la stessa visione anche Claudio Zambon ed Helga Fazion, del Consorzio Alta Pianura Veneta, impegnato nella riorganizzazione del sistema irriguo e nella digitalizzazione dei processi gestionali, per garantire una gestione sempre più intelligente e sostenibile delle risorse.
Sul fronte delle infrastrutture idriche, Angelo Cresco, presidente di Azienda Gardesana Servizi, ha raccontato i passi avanti del nuovo collettore del Garda, un’opera da decine di milioni di euro che vale la sicurezza ambientale e sanitaria di un bacino strategico per il turismo e per la produzione agricola.


Anche il Consorzio di Bonifica LEB, guidato da Paolo Ferraresso, ha evidenziato il ruolo della rete dei consorzi come infrastruttura viva: centinaia di chilometri di canali, opere di sollevamento, impianti di distribuzione e di difesa del suolo che, se non curati, lascerebbero il territorio più vulnerabile a siccità e bombe d’acqua.

Nel panorama urbano, gli enti pubblici mostrano la stessa vitalità. AGEC, con la presidente Anita Viviani, sta riqualificando interi complessi di edilizia popolare grazie ai fondi Pinqua e PNRR, con progetti che combinano rigenerazione architettonica, sostenibilità energetica e inclusione sociale. AMIA Verona, sotto la guida di Roberto Bechis, ha completato il percorso verso la gestione in house, aprendo una nuova stagione di trasparenza e investimenti strutturali nella raccolta differenziata, nella digitalizzazione dei servizi e nella lotta al degrado urbano.


Lo stesso spirito si ritrova in ESA-Com, dove Mirko Corrà e Maurizio Barbati hanno illustrato l’impegno nella transizione ecologica e nella partecipazione dei cittadini, e nel Consiglio di Bacino Verona Nord, con Fabrizio Bertolaso, che ha annunciato la nascita della nuova società pubblica per la gestione integrata dei rifiuti di 58 comuni: un modello di governance unico in Veneto.


Infine, la visione strategica di Massimo Bettarello, amministratore delegato di ATV Verona, che ha ribadito la necessità di mantenere un lotto unico nella prossima gara per il trasporto pubblico locale, garantendo una rete coordinata ed efficiente. Un tema che incrocia l’innovazione digitale, la sicurezza e la sostenibilità economica di un servizio essenziale per migliaia di cittadini.

Sul piano della progettualità territoriale, il GAL Baldo-Lessinia, presieduto da Ermanno Anselmi, continua a dimostrare come la coesione e la collaborazione tra enti locali, imprese e comunità rurali possano generare sviluppo equilibrato e contrastare lo spopolamento delle aree montane.

Insieme, queste esperienze raccontano la forza del community engagement: la capacità degli enti locali di intercettare fondi, trasformarli in opere concrete e restituire valore al territorio. Non è solo una questione di bilanci, ma di visione condivisa. Verona, ancora una volta, si conferma un laboratorio di innovazione amministrativa e sociale, dove le infrastrutture non sono solo strutture fisiche, ma ponti di coesione tra istituzioni e cittadini.
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