Fabrizio Bertolaso: «GESPA, a dicembre la nuova società in house per 58 comuni veronesi»
di Matteo ScolariNel corso della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, dedicata al tema degli enti, delle infrastrutture e dell’innovazione, Fabrizio Bertolaso, presidente del Consiglio di Bacino Verona Nord e sindaco di Sommacampagna, ha raccontato il percorso che porterà entro fine anno alla costituzione di una società in house (GESPA) per la gestione dei rifiuti dei 58 comuni dell’area settentrionale della provincia. Un progetto ambizioso, frutto di una lunga opera di mediazione e di una visione condivisa tra amministrazioni, volto a creare un modello gestionale efficiente e sostenibile per il futuro.
Presidente Bertolaso, a un anno dalla sua nomina qual è il bilancio del lavoro svolto?
È stato un anno intenso ma estremamente positivo. L’obiettivo principale era costituire una società interamente pubblica, partecipata dai 58 comuni del bacino, per affidare loro la gestione integrata dei rifiuti. Un progetto complesso, ma siamo ormai alla fase finale: abbiamo ricevuto l’ok della Corte dei Conti per 57 comuni, manca solo l’ultimo. Abbiamo fissato la data del 16 dicembre a Sommacampagna alle ore 9 per la firma costitutiva. È un risultato che non era affatto scontato e che arriva nei tempi che ci eravamo dati.
Il bacino Verona Nord è molto eterogeneo: quali sfide comporta questa diversità territoriale?
La nostra area è estremamente varia: comprende la Lessinia montana, i comuni lacustri del Garda, la collina e l’alta pianura industriale lungo l’asse autostradale. Ogni zona ha esigenze diverse, anche per la stagionalità del turismo o la densità abitativa. Ad esempio, i comuni del lago vivono un turismo di sei-sette mesi, diverso da quello lagunare, e ciò impatta sulla produzione dei rifiuti e sulla tassa unica. Stiamo lavorando con Regione Veneto e ARPAV affinché questa diversità sia riconosciuta e gestita in modo equo.
Un lavoro complesso anche in termini organizzativi.
Sì, perché partiamo da realtà molto diverse tra loro. Ci sono comuni “ricicloni” da sempre, con sistemi avanzati di raccolta, e altri che stanno ancora migliorando. L’obiettivo è portare tutti a uno standard di efficienza comune, ma con modelli di gestione differenziati in base alle caratteristiche territoriali. Quello che funziona in pianura non sempre è replicabile in montagna o sulle sponde del Garda: occorre flessibilità.
Il piano industriale approvato prevede investimenti importanti.
Assolutamente. Parliamo di oltre 100 milioni di euro di investimenti in un orizzonte di 12-15 anni, per una società che avrà un fatturato previsto tra 100 e 200 milioni di euro l’anno. Una parte significativa degli utili sarà reinvestita nel miglioramento del servizio, nell’efficienza dei processi e nella riduzione dei costi per i cittadini. Non abbiamo ancora vincolato le modalità di spesa perché il settore dei rifiuti cambia rapidamente e le norme evolvono. Gli investimenti saranno pianificati in modo condiviso anche con gli altri bacini veronesi, per favorire sinergie e ottimizzazione degli impianti.
Proprio la collaborazione con gli altri bacini sarà detrminante.
Sì, credo sia nell’interesse di tutti. Già oggi ci confrontiamo con Verona Sud e Verona Città, che guardano con attenzione al nostro percorso. Quando la nuova società sarà operativa, potremo sederci a un tavolo per discutere di progetti comuni e impianti condivisi. Fare massa critica aiuta a contenere i costi fissi e a migliorare la qualità dei servizi. Lavorare insieme non è solo una scelta tecnica: è una necessità strategica per il territorio.
Uno degli obiettivi resta l’aumento della raccolta differenziata.
Sì, e passa innanzitutto da un lavoro culturale. Investiamo molto nella formazione dei cittadini e nelle scuole. Partire dai bambini è fondamentale: educarli oggi significa avere adulti più consapevoli domani. Parallelamente, stiamo lavorando con le amministrazioni per diffondere buone pratiche e migliorare la logistica dei centri di raccolta.
Va detto che i costi di gestione sono in crescita, anche perché gli impianti sono sempre meno accettati sul territorio. Fare una gestione efficiente non elimina i costi, ma li contiene, evitando che esplodano.
La Regione Veneto ha fissato obiettivi ambiziosi sulla riduzione dei rifiuti in discarica.
Sì, la Regione punta a eliminare del tutto le discariche per il secco residuo entro il 2030, un traguardo ormai molto vicino. Per raggiungerlo servirà l’impegno di tutti: enti, gestori e cittadini. Chi non rispetta i target ambientali rischia penalizzazioni economiche. Ecco perché dobbiamo lavorare insieme, migliorando la qualità della raccolta e riducendo il rifiuto indifferenziato.
Cosa cambierà con la nascita della nuova società?
Il Consiglio di Bacino tornerà al suo ruolo originario, di autorità di controllo e vigilanza. Finora ci siamo fatti carico della parte più impegnativa, quella della costituzione della società e della mediazione tra 58 amministrazioni diverse. È stato un lavoro complesso, ma oggi possiamo dire di aver raggiunto un equilibrio tra le esigenze dei territori. La nuova società avrà una governance autonoma e operativa, che renderà più agile la gestione dei servizi e gli investimenti futuri.
C’è stato anche un importante lavoro politico e amministrativo.
Sì, e vorrei ringraziare tutti i sindaci del bacino: hanno dimostrato senso istituzionale e capacità di visione. Ci sono state discussioni accese, com’è naturale, ma sempre costruttive. Ognuno ha saputo fare un passo indietro quando serviva e uno avanti quando era necessario. Questo progetto è il risultato di una mediazione intelligente, che tutela gli interessi di ogni comunità e costruisce un futuro più efficiente per tutti i cittadini.
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