Alessandro De Zorzi: «La relazione resta il cuore del nostro modello di banca»
di Matteo ScolariIn occasione della 21^ Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, Alessandro De Zorzi, direttore generale di Valpolicella Benaco Banca, ha portato il contributo di una realtà che cresce in maniera armonica, rafforzando i legami con la comunità. La banca di credito cooperativo, radicata tra Valpolicella e Garda, punta su relazioni umane, consulenza qualificata, presìdi territoriali e cultura ESG per affrontare con fiducia il futuro.
Direttore, partiamo dai numeri. Come si sta chiudendo il 2025 per Valpolicella Benaco Banca?
Confermiamo i buoni dati del 2024 anche nel primo semestre 2025. Abbiamo 4.700 soci, un prodotto bancario lordo vicino a 1,3 miliardi, e una crescita costante sia nella raccolta che negli impieghi. La struttura di rischio è solida: un NPL ratio lordo dello 0,40%, coperture sulle sofferenze al 100% e sugli altri deteriorati all’84%. Crescono anche patrimonio, liquidità e redditività, in modo coerente con i nostri valori.
In un contesto complesso, come si articola la vostra strategia di sviluppo?
La chiave è la consapevolezza. Puntiamo da sempre su formazione tecnica, relazioni autentiche e attenzione a famiglie e imprese locali. Sosteniamo l’acquisto della prima casa e seguiamo con cura due settori chiave: turismo e viticoltura. Per le aziende più strutturate possiamo contare sul supporto del Gruppo Bancario Iccrea, con personale formato ad hoc. La nostra strategia resta ancorata ai valori cooperativi e alle vocazioni del territorio.
A differenza di altri istituti, avete deciso di aprire nuove filiali. Perché?
Per noi è una tendenza, non una controtendenza. La presenza fisica resta centrale, anche accanto all’innovazione digitale. Aprire nuove filiali significa anche riqualificare quartieri, come abbiamo fatto a Borgo Venezia e prima ancora a Borgo Roma. In questi spazi accogliamo anche associazioni e cittadini, non solo clienti. Pensiamo, ad esempio, alle persone anziane, che oltre alla solitudine rischiano l’isolamento: trovano da noi ascolto e supporto. È un modo concreto per generare valore sociale.
In un’epoca iperconnessa, il valore della relazione non è superato?
Tutt’altro. C’è oggi più bisogno che mai di relazione vera, fondata su ascolto, spazi adeguati e consulenti formati. Offriamo consulenza su misura: dagli investimenti alla gestione dei finanziamenti. Non lavoriamo con prodotti standardizzati. Abbiamo un tasso di abbandono bassissimo, oltre 20.000 conti correnti e cresciamo di circa 1.000 clienti all’anno. Questo conferma che la relazione è ancora un bisogno reale, trasversale a tutte le fasce d’età.
Avete partecipato al “Tempo del Creato”. Che ruolo ha la sostenibilità per voi?
È parte della nostra identità. Da anni operiamo sul fronte ambientale e sociale, anche prima che si parlasse di ESG. Il progetto “Tempo del Creato”, concluso in occasione della festa di San Francesco, è stato solo una delle tante iniziative. Vogliamo allargare il concetto di sostenibilità oltre il green: parliamo di giovani e anziani, di inclusione, di ascolto delle comunità. Vogliamo essere una casa aperta, capace di accogliere ed essere utile. E in cambio, riceviamo molto: fiducia, energia, partecipazione.
Nuove aperture in vista?
Per ora no, ma non ci poniamo limiti. Continueremo ad aprire dove vediamo possibilità di generare valore per il territorio. Non si tratta solo di numeri, ma di portare energia positiva là dove possiamo fare la differenza.
Un’ultima parola sulla squadra che guida ogni giorno questa crescita?
Devo ringraziare le donne e gli uomini della nostra banca. Persone con energia, passione e grande voglia di fare. Sono orgoglioso di lavorare con loro: sono la vera forza del nostro istituto.
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