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Il sistema bancario e assicurativo veneto tra fiducia, innovazione e prossimità

di Matteo Scolari
Dalle voci dei protagonisti del Focus Verona Economia emerge un quadro di trasformazione profonda: le banche e le assicurazioni italiane si riscoprono ancorate al territorio ma proiettate verso il futuro, tra digitalizzazione, sostenibilità e nuova cultura del servizio.

C’è un filo rosso che lega gli interventi dei protagonisti della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro dedicata al mondo bancario e assicurativo: la riconquista della fiducia come chiave di crescita. Dopo anni di crisi reputazionali e trasformazioni tecnologiche, le banche tornano a parlare di relazione, prossimità e accompagnamento, mentre le assicurazioni riaffermano la loro funzione originaria di tutela e mutualità, reinterpretandola in chiave moderna.

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Le parole di Cristina Balbo (Intesa Sanpaolo), Alberto Melotti (Banco BPM) e Alessandra Caresta (Crédit Agricole) delineano una strategia comune: essere “banche di relazione nell’era digitale”. Le nuove piattaforme, l’intelligenza artificiale e l’automazione servono a liberare tempo e risorse per ciò che davvero conta: l’ascolto del cliente, la consulenza personalizzata, la capacità di leggere i bisogni prima ancora che vengano espressi. È questa la nuova frontiera del settore, che unisce efficienza e umanità.

Nel credito cooperativo, Alessandro De Zorzi e Daniele Maroldi (BCC Valpolicella Benaco Banca) hanno ricordato come la prossimità non sia solo fisica ma valoriale. Le BCC restano presidi di fiducia nelle comunità locali, capaci di sostenere le imprese familiari e i giovani imprenditori anche nei momenti di incertezza. Un modello mutualistico che non insegue la speculazione ma accompagna la crescita, e che continua a dimostrare solidità e capacità di adattamento.

Un messaggio condiviso anche da Andrea Marchi (Banca Veronese) e Andrea Garbin (Volksbank), che hanno evidenziato come la relazione personale e la presenza capillare sul territorio restino elementi distintivi rispetto ai grandi gruppi.

Sul fronte assicurativo, Ettore Turrina (Gruppo ITAS) e Alberto Minali (Revo Insurance) hanno offerto due prospettive complementari: da un lato il ritorno alle origini del modello mutualistico, che mette al centro le persone e la comunità; dall’altro l’evoluzione di nuove compagnie “tech human”, dove la tecnologia potenzia la capacità umana di proteggere. È il segno di un settore che si rinnova, rimanendo fedele alla propria missione: trasformare il rischio in sicurezza e l’incertezza in opportunità.

Anche la finanza d’impresa trova un ruolo nuovo. Fabio Innocenzi (Banca Finint) ha ribadito la necessità di mantenere aperti i mercati, in un mondo che rischia di chiudersi dietro i dazi e i confini geopolitici. L’internazionalizzazione rimane la leva principale per la competitività delle imprese italiane, e il sistema bancario deve agire da facilitatore, non da spettatore. Utile, in tutto questo, vedere come si muovono i mercati azionari, per anticipare mosse di mercato e investimenti, e su questo è intervenuto per far chiarezza Andrea Giovannetti (CFO Solutions).

In parallelo, il contributo di realtà innovative come Phoenix Group, raccontata da Giulio Fezzi, e di specialisti come Cherry Bank e Banca Etica dimostra che anche a Verona esiste un ecosistema finanziario vivace, che sperimenta nuovi modelli di consulenza, sostenibilità e impatto sociale. Qui la finanza non è più solo intermediazione, ma strumento di cambiamento e responsabilità.

Infine, Maurizio Veggio (BPER Banca) ha sintetizzato bene il momento: «Le banche devono accompagnare la crescita del territorio con innovazione e prossimità». Una frase che racchiude l’essenza di questa stagione: non basta più amministrare risparmio e credito, serve partecipare alla crescita dei territori, delle imprese e delle persone.

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