Adrian Nirca (UDU Verona): «Affitti insostenibili, servono più studentati pubblici»
di Matteo ScolariLa vita universitaria a Verona è sempre più cara e complicata. Gli studenti fuori sede faticano a trovare un alloggio a prezzi sostenibili e spesso si vedono costretti a soluzioni di fortuna o a trasferirsi in periferia. A Focus Verona Economia Adrian Nirca, rappresentante di UDU Verona, ha raccontato le difficoltà quotidiane e l’urgenza di nuovi studentati pubblici finanziati con fondi PNRR.
Nirca, quanto è difficile per uno studente trovare casa a Verona?
Molto. Oggi una stanza singola arriva a costare 473 euro, un monolocale oltre 700. Dopo la pandemia i prezzi sono esplosi e la crescita degli iscritti all’università – quasi 30 mila contro i 20 mila di pochi anni fa – ha aggravato la situazione. Non è solo un problema economico: chi non riesce a vivere in città perde un pezzo fondamentale dell’esperienza universitaria, fatta di socialità, cultura e radicamento sul territorio.
Questo rischia di avere effetti anche sul futuro della città?
Sì, perché studenti e giovani che non riescono a trovare alloggio non diventeranno cittadini veronesi di domani. È una forma di “fuga di cervelli” che impoverisce anche il tessuto sociale e produttivo.
Il Comune e l’ESU stanno puntando su nuovi studentati. È la strada giusta?
Sicuramente sì, ma si doveva intervenire anni fa. Il target nazionale imposto dall’Europa è coprire il 20% dei fuori sede, pari a circa 11 mila studenti per Verona. Oggi partiamo da meno di 500 posti, quindi la strada è lunghissima. Progetti come lo studentato di via Mazza, con 128 posti, sono l’esempio virtuoso perché rimarranno patrimonio pubblico a disposizione degli studenti con borsa di studio. Ma servono numeri ben più alti.
E il PNRR può essere una soluzione?
Il PNRR è l’occasione per finanziare nuove residenze. Il problema è che molti progetti nazionali sono affidati a grandi aziende private, mentre servirebbe un impegno forte degli enti pubblici come l’ESU, che per Costituzione deve garantire il diritto allo studio attraverso alloggi, mense e borse.
Molti giovani lavoratori condividono le stesse difficoltà degli studenti.
È vero. Sempre più spesso nei contratti di affitto troviamo non solo studenti, ma anche lavoratori precari o docenti che si trasferiscono a Verona. Le case vengono suddivise in troppe stanze, con rischi anche contrattuali e di sicurezza. È un’emergenza che riguarda l’intera fascia giovanile.
Cosa chiedete come UDU?
Chiediamo continuità e impegno da parte di Comune, Regione e Ministero. Non basta inaugurare un nuovo studentato e fermarsi lì. Servono più posti letto, contratti trasparenti e canoni calmierati. Gli studenti non chiedono privilegi, ma di poter vivere e studiare a Verona senza essere costretti a scelte insostenibili.
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