Cambio divisa riconosciuto come straordinario: sentenza storica a Villafranca
di Matteo ScolariLa Corte d’Appello di Venezia ha emesso una sentenza senza precedenti che potrebbe fare scuola a livello nazionale: il tempo dedicato al cambio divisa deve essere considerato orario straordinario. Il provvedimento riguarda il Centro Servizi alla Persona Morelli Bugna di Villafranca, istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (IPAB), che dovrà riconoscere tale diritto ai propri dipendenti a partire dal 2014.
La causa era stata avviata dalla Cisl Fp Verona, con il Segretario Generale Giovanni Zanini e la delegata sindacale Chiara Corsi in prima linea. La vertenza, sostenuta inizialmente dall’avv. Giuseppina Maritato e poi dall’avv. Lucia Poli, ha trovato nella collaborazione con l’avv. Eleonora Plafoni l’elemento determinante per l’esito positivo.

Il contratto applicato nella struttura è quello delle Funzioni Locali, proprio perché si tratta di un ente pubblico. La sentenza stabilisce che il tempo necessario per indossare e togliere la divisa aziendale, pari a 15 minuti complessivi giornalieri, vada retribuito come straordinario. «Dichiara il diritto dei convenuti alla retribuzione quale lavoro straordinario, per ogni giornata di effettiva prestazione lavorativa nei periodi indicati in ricorso, del tempo richiesto per indossare e dismettere la divisa aziendale, quantificato in minuti 15 complessivi giornalieri, e condanna la parte convenuta al pagamento delle somme dovute per tale titolo a decorrere dal febbraio 2014, oltre interessi legali sulle somme rivalutate dalla maturazione del credito sino al saldo», recita il dispositivo».
«È una vittoria di civiltà, che valorizza il tempo e la dignità dei lavoratori», sottolineano con soddisfazione Zanini e Corsi, evidenziando come la decisione della Corte rappresenti una svolta per tutti gli operatori del settore.
Per il Centro Servizi Morelli Bugna, invece, si tratta di un colpo significativo che comporterà non solo il pagamento delle somme arretrate, ma anche delle spese processuali. Ora l’ente dovrà procedere con complessi calcoli per quantificare gli importi dovuti, considerando se il cambio divisa è avvenuto in orario feriale, festivo o notturno.
«Soldi pubblici spesi per ricorsi che non rispettano la dignità dei lavoratori», commenta la Cisl, sottolineando come l’amministrazione dell’IPAB abbia voluto insistere nell’appello più per orgoglio che per motivazioni giuridiche.
La sentenza potrebbe ora aprire un dibattito a livello nazionale e diventare un precedente anche per altre strutture pubbliche e private.
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