Confartigianato Verona: «Sì alla tutela dal caldo, ma servono regole stabili»
di RedazioneLa Regione del Veneto interviene con un’ordinanza urgente per fronteggiare l’emergenza caldo. Il Presidente Luca Zaia ha firmato oggi il provvedimento che vieta il lavoro all’aperto tra le 12.30 e le 16, dal 3 luglio al 31 agosto, esclusivamente nei territori dove il livello di rischio da calore risulti “alto” secondo i dati del portale Worklimate. Secondo il portale, Verona rientra già nel rischio “alto” martedì, mercoledì e giovedì di questa settimana. Le previsioni sono a tre giorni.
«Il provvedimento regionale – commenta di Devis Zenari, Presidente di Confartigianato Imprese Verona – risponde a una necessità reale e urgente, quella di tutelare la salute dei lavoratori e degli imprenditori artigiani esposti a rischio di colpo di calore. Purtroppo, bisogna ammettere che un blocco rigido degli orari rischia di penalizzare le piccole imprese, che già oggi fanno i conti con ritmi serrati, scadenze contrattuali, noleggio attrezzature e una cronica carenza di manodopera. In molti casi, le imprese avevano già adottato autonomamente accorgimenti per lavorare in sicurezza: orari flessibili, idratazione continua, pause supplementari, zone d’ombra nei cantieri. Nessuno meglio di noi artigiani, che lavoriamo ogni giorno fianco a fianco con i nostri operai, conosce le difficoltà di chi opera sotto il sole cocente o in condizioni climatiche sempre più estreme. Per questo, misure di tutela come lo stop ai cantieri nelle ore più calde sono comprensibili e condivisibili».
«Il divieto orario, a partire dal 3 luglio – aggiunge Pietro Paolo Fattori, Presidente di Confartigianato Costruzioni Verona – è una misura con un importante impatto, in particolare per l’agricoltura, l’edilizia e le attività che intervengono nel cosiddetto ‘Settore Casa’, i cui addetti operano all’aperto e direttamente esposti alle radiazioni solari. La tutela della salute è un’esigenza primaria, quindi l’Ordinanza, in questo senso, è frutto di posizioni condivise, a livello regionale, dalle associazioni di categoria e dai sindacati dei lavoratori. Ciò che possiamo aggiungere è che, probabilmente, sarebbe il caso di superare l’emergenza e l’occasionalità degli interventi, per arrivare ad una regolamentazione strutturale, con indicazioni ed obblighi chiari. Il blocco tra le 12.30 e le 16 avrà un impatto importante sulle nostre imprese, generando costi, rallentamenti e complicazioni nella gestione delle commesse. Serve un approccio più ampio e strutturale: non basta fermarsi, bisogna ripensare i contratti, anche in fase di appalto, l’organizzazione del lavoro e gli strumenti a tutela sia della salute dei lavoratori sia della sostenibilità economica delle imprese».
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