Verona Agrifood Innovation Hub celebra due anni di successi
di Matteo ScolariA due anni dalla sua nascita, il Verona Agrifood Innovation Hub (VAIH) si conferma come uno dei principali motori dell’innovazione agroalimentare italiana. Nato con l’obiettivo di rendere la filiera AgriFoodTech più sostenibile, digitale e connessa, il progetto ha visto una crescita costante che oggi punta al salto nazionale.
Il bilancio parla chiaro: una community di 5.000 persone, oltre 2.500 coinvolte in percorsi formativi, eventi e workshop gratuiti, più di 300 collaborazioni attivate con aziende, startup, investitori e università. Il modello veronese di Open Innovation, basato su una rete forte tra pubblico e privato, si dimostra così efficace da essere pronto a espandersi oltre i confini regionali.
Il VAIH è frutto della sinergia tra Eatable Adventures, uno dei più importanti acceleratori foodtech al mondo, e alcuni attori strategici del territorio: Fondazione Cariverona, UniCredit, Comune di Verona, Veronafiere, Confindustria Verona e Università degli Studi di Verona. Questo network ha dato vita a un ecosistema dinamico, capace di attrarre talenti e investimenti e di promuovere un cambiamento culturale e tecnologico nel settore.
Il 2025 segna una nuova fase di sviluppo, grazie anche all’ingresso di due nuovi partner corporate: VASONGROUP, eccellenza veronese nei settori enologico, beverage e agroalimentare, e Mulino Padano, realtà di riferimento per la produzione di farine e soluzioni innovative nel settore molitorio. L’arrivo di questi partner conferma il valore del modello VAIH, in grado di catalizzare adesioni significative e generare un impatto reale sul territorio.
La visione dell’hub non si limita più al solo Triveneto. È in corso un progetto di espansione nazionale che mira a replicare l’esperienza veronese in altri poli strategici italiani. L’ambizione è quella di creare un ecosistema diffuso per il trasferimento tecnologico, dove università, centri di ricerca e imprese possano collaborare per accelerare l’adozione di soluzioni digitali, sostenibili e ad alto impatto.
«Il successo di VAIH dimostra quanto sia strategico un modello che unisce competenze, visione e collaborazione tra attori pubblici e privati. In soli due anni, siamo riusciti a costruire un ecosistema capace di generare valore reale per il territorio e per l’intera filiera agroalimentare, mettendo al centro l’innovazione accessibile» afferma Filippo Federico, Ecosystem Manager di VAIH.
Secondo Federico, la sfida odierna è «fare in modo che ricerca e innovazione raggiungano le imprese, trasformandosi in soluzioni concrete, strumenti pratici e opportunità per startup, imprese e giovani talenti». Ed è proprio ai giovani che l’hub dedica una parte importante delle proprie energie, con l’obiettivo di attrarre e trattenere competenze nel territorio e generare nuove opportunità professionali nei distretti locali.
Il VAIH continua a investire nella formazione, offrendo percorsi gratuiti e strumenti operativi per tutte le componenti della filiera. L’Open Innovation non è solo un metodo, ma un valore condiviso che unisce imprenditori, PMI, ricercatori, università, enti pubblici e studenti.
Con lo sguardo rivolto al futuro, il VAIH intende rafforzare il ruolo dell’Italia come hub internazionale del foodtech, grazie a una visione basata su sostenibilità, innovazione e collaborazione sistemica.
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