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L’Università di Verona premiata da Federvini per la campagna sul consumo responsabile

di Matteo Scolari
Il progetto “Bevi con la testa, gusta con il cuore” vince tra gli studenti veronesi. L’educazione al bere consapevole protagonista a livello europeo.

La promozione di una cultura del consumo consapevole passa anche attraverso la creatività dei giovani. È quanto dimostra il successo del progetto “Bevi con la testa, gusta con il cuore”, presentato da Chiara Zanato e Ludovica Milan, studentesse dell’Università degli Studi di Verona, che si sono aggiudicate il premio per il miglior progetto dell’ateneo nell’ambito dell’iniziativa “Comunicare il consumo responsabile” promossa da Federvini.

La cerimonia di premiazione si è svolta il 13 maggio 2025 presso il Centro Congressi della Sapienza Università di Roma, alla presenza di autorevoli rappresentanti del mondo accademico, istituzionale e produttivo. L’iniziativa, avviata nel 2022, è frutto della collaborazione tra Federvini e quattro atenei italiani: la Sapienza di Roma, l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, l’Università degli Studi di Firenze e l’Università di Verona.

Più di 400 studenti dei corsi magistrali in comunicazione e marketing sono stati coinvolti in un percorso che li ha visti protagonisti nella progettazione di campagne comunicative sul tema del bere responsabile. I partecipanti, affiancati dai docenti, hanno sviluppato contenuti creativi, dal forte impatto sociale e comunicativo.

«Federvini ha sempre attribuito grande rilievo a questa iniziativa”, ha sottolineato la Presidente Micaela Pallini, evidenziando l’importanza del dialogo con i giovani e del coinvolgimento attivo del mondo accademico per stimolare consapevolezza e responsabilità individuale. “I progetti presentati dimostrano quanto le nuove generazioni siano pronte a interpretare questi temi con maturità, creatività e senso civico», ha aggiunto.

Micaela Pallini, presidente di Federvini.
Micaela Pallini, presidente di Federvini.

A rafforzare il valore dell’iniziativa è stato l’intervento di Cristina Mariani May, Presidente e CEO di Banfi, che ha sottolineato: “Il nostro comparto è pronto a fare la sua parte, diffondendo i valori di consapevolezza e moderazione. Progetti come questo sono la miglior risposta per riaffermare il ruolo positivo del nostro settore su scala globale”.

Il progetto veronese, insieme ai migliori delle altre università coinvolte, sarà ora candidato alla selezione per rappresentare l’Italia nella finale del contest europeo, in programma il 19 novembre a Bruxelles. L’iniziativa internazionale vedrà la partecipazione di studenti da Italia, Francia, Germania e Spagna e si inserisce nel più ampio impegno europeo per una comunicazione corretta e trasparente sul consumo di alcol.

Il Prof. Alberto Mattiacci, responsabile scientifico del progetto e Ordinario presso la Sapienza, ha sottolineato come l’iniziativa rappresenti “un esempio virtuoso di sinergia tra accademia e mondo delle imprese”. L’esperienza ha permesso agli studenti di confrontarsi con una sfida reale, assumendo un ruolo attivo nella comunicazione sociale.

Anche la Prof.ssa Paola Signori, Ordinaria dell’Università di Verona, ha voluto evidenziare la qualità e la maturità dei lavori presentati. “Il consumo responsabile può essere comunicato con un linguaggio vicino ai giovani, capace di generare riflessioni autentiche e durature”, ha affermato.

Oltre a Micaela Pallini, l’evento ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali di rilievo, tra cui Maria Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università, Marco Bruschini del Ministero dell’Agricoltura, Ugo Della Marta del Ministero della Salute, e Alberto Marinelli, Direttore del Dipartimento CoRiS della Sapienza. Presente anche Rodolfo Maralli, Presidente di Banfi Srl e docente universitario.

L’iniziativa ha confermato il ruolo delle università come motore di innovazione culturale e sociale, e di Federvini come punto di riferimento nella promozione del consumo responsabile. Con lo sguardo già rivolto a Bruxelles, i progetti degli studenti italiani dimostrano che l’educazione alla moderazione può essere un messaggio forte, moderno e coinvolgente, soprattutto se veicolato da chi rappresenta il futuro della società.

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