Economia italiana solida, ma clima di fiducia in calo. Ogni veronese produce 107 euro al giorno
di Matteo ScolariL’economia italiana mostra segnali di ripresa ma resta fragile, con una crescita nel primo trimestre 2025 dello 0,3%, spinta dall’industria e dall’agricoltura, mentre i servizi si mantengono stazionari. È quanto emerge dalla stima preliminare dell’Istat, che registra anche un +0,6% su base tendenziale. Ma il quadro, pur positivo, è ancora incerto, come dimostrano il calo della fiducia di consumatori e imprese e l’aumento dell’inflazione.
Ad aprile, l’indice di fiducia delle imprese è sceso a 91,5, il livello più basso da marzo 2021, mentre quello dei consumatori è sceso a 92,7. L’inflazione è tornata a salire, passando dal 1,9% di marzo al 2%, trainata soprattutto dagli energetici regolamentati (+32,9%) e dai rincari su alimentari (+3%) e trasporti (+4,4%). Cresce anche il “carrello della spesa”, che segna un +2,6%.
Sul tema dell’energia arriva l’allarme del presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini:
«È indispensabile aprire al più presto un percorso che porti alla definizione di un piano energetico strutturale e di lungo periodo. Le misure una tantum non sono più sufficienti: servono azioni concrete e coerenti. Le imprese italiane continuano a subire uno spread energetico superiore al 35% rispetto ai competitor europei, che in alcuni casi arriva anche all’80%».

Sul fronte dei mercati internazionali, a marzo i prezzi delle commodity in Italia hanno registrato una significativa flessione: -6% rispetto a febbraio. Il calo ha riguardato in particolare energia (-12%), chimica (-7,7%), alimentare (-7,5%), con impatti positivi sulla catena di approvvigionamento industriale. Tuttavia, secondo il nuovo indice Prometeia-APPIA, l’incertezza geopolitica e commerciale globale rende ancora incerta l’evoluzione per il 2025.
In questo quadro, Verona conferma il suo posizionamento di eccellenza nel contesto produttivo italiano. Secondo un’analisi della CGIA di Mestre su dati Prometeia e Istat, la provincia scaligera è 15ª in Italia per valore aggiunto pro capite, con 107 euro di ricchezza prodotta al giorno per abitante, inclusi bambini e anziani. Il valore aggiunto complessivo è stimato in 36,2 miliardi di euro. In Veneto fanno meglio solo Vicenza (108,9 euro) e Padova (107,5).

Verona si conferma anche una delle province italiane con maggiore vivacità economica e produttiva:
- 6ª provincia italiana per valore della produzione manifatturiera
- 11ª per export e 5ª per import, secondo Istat
- 2ª in Veneto per fatturati industriali (fonte Industria Felix 2025)
- 2ª per numero di startup innovative
- 10ª per imprese eco-investitrici
- 9ª per green jobs
- 4ª in Italia per uso dell’intelligenza artificiale nelle imprese
Infine, sul piano demografico ed occupazionale, Verona si distingue come:
- 6ª provincia italiana per minore tasso di disoccupazione (2023)
- 10ª per valore aggiunto prodotto (2024)
- 7ª per capacità innovativa
- 8ª per competitività territoriale
Il quadro complessivo racconta di una provincia forte, ma che non può permettersi di abbassare la guardia. Tra inflazione, calo di fiducia e domanda interna debole, la sfida è mantenere salda la traiettoria della crescita, puntando su transizione energetica, innovazione e coesione sociale.
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