Ferroli e non solo: scioperi e presidi del metalmeccanico in tutta la provincia di Verona
di Matteo ScolariDomani, 30 aprile 2025, sarà una giornata caldissima per il settore metalmeccanico veronese: continua infatti la mobilitazione unitaria per il rinnovo del contratto nazionale di categoria, con scioperi e presidi in numerose aziende della provincia. L’iniziativa, promossa dalla FIOM CGIL Verona e supportata anche dalla FIM CISL Verona, si inserisce nel percorso di lotta avviato da mesi, con un totale che tocca ormai le 32 ore di sciopero in cinque mesi.
A San Bonifacio, i riflettori saranno puntati sulla Ferroli, dove le RSU aziendali hanno indetto uno sciopero di 8 ore per domani, con presidio a partire dalle ore 8:00 davanti ai cancelli di via Ritonda 78/a. Alla protesta si affianca una forte denuncia contro un’azione aziendale ritenuta intimidatoria: la convocazione di una riunione obbligatoria di 15 minuti per i dipendenti amministrativi proprio nella giornata di sciopero.
Secondo Adriano Poli della FIM e Martino Braccioforte della FIOM, si tratta di un gesto provocatorio, «un tentativo di indebolire la partecipazione dei lavoratori allo sciopero. Ma le persone vogliono solo esercitare i propri diritti, a partire da quello a un contratto nazionale equo, con strumenti pacifici come garantito dalla Costituzione».

La difesa del diritto allo sciopero si accompagna a una mobilitazione ampia e articolata: nel solo mese di aprile, gli scioperi sono stati distribuiti tra le varie aziende sindacalizzate per evitare un impatto eccessivo sul reddito dei lavoratori, ma garantendo una mobilitazione costante e incisiva.
In occasione della giornata conclusiva del mese, una dozzina di presidi saranno attivi in tutto il territorio veronese. Oltre alla Ferroli, sono previste manifestazioni davanti a:
- Alfa Laval, via Mascotto 12, San Bonifacio
- Franke, via Pignolini 2, Peschiera del Garda
- Littlefuse, via Ghiacciaia 1, Legnago
Le iniziative inizieranno alle 8 del mattino e proseguiranno per tutta la mattinata. Si tratta di un’occasione concreta per mostrare alla cittadinanza e alle istituzioni il malcontento crescente e la determinazione dei metalmeccanici nel rivendicare condizioni contrattuali migliori.
La FIOM sottolinea che la pressione negoziale nazionale ha bisogno del sostegno del territorio. Ogni ora di sciopero è stata pensata non solo come momento di protesta, ma come atto di costruzione di consapevolezza collettiva, di unità tra lavoratori e rivendicazione di dignità in un settore che continua a trainare l’economia ma che spesso sacrifica chi ne è il motore quotidiano.
Il presidio di San Bonifacio sarà, ancora una volta, l’emblema di questa lotta. Ma è tutto il veronese industriale a mobilitarsi per ricordare che il contratto nazionale non è un privilegio: è un diritto di chi lavora, di chi produce, di chi tiene in piedi il tessuto manifatturiero del Paese. E questo diritto si difende anche davanti ai cancelli, con fermezza e determinazione.
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