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Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro: CISL Veneto denuncia lentezza nei progressi

di Matteo Scolari
Il Segretario regionale Paglini: «I dati restano stabili, servono nuove strategie per contrastare infortuni e malattie professionali. Troppi rischi emergenti sottovalutati».

In occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si celebra il 28 aprile, la CISL Veneto lancia un appello forte e chiaro: “I progressi nella riduzione di infortuni e malattie professionali sono ancora troppo lenti e poco incisivi”. Il segretario generale Massimiliano Paglini evidenzia una situazione che resta “cristallizzata” da anni, senza quella decisa inversione di tendenza tanto auspicata.

I dati elaborati dalla Fondazione Corazzin su fonti Inail parlano chiaro: nel 2024 in Veneto sono state presentate 70.186 denunce di infortuni (di cui 79 mortali), con un aumento dell’1,3% rispetto al 2023. Le malattie professionali denunciate sono state 5.510, in crescita del 18,9%. Se le morti sul lavoro sono diminuite rispetto all’anno precedente, passando da oltre 100 a 79, il calo non basta. «Il trend di fondo degli ultimi dieci anni mostra una stabilità preoccupante», sottolinea Paglini.

La provincia più colpita in Veneto resta Verona, con 13.801 infortuni denunciati e 22 decessi nel 2024, seguita da Padova e Venezia (entrambe con 16 morti). Il comparto più esposto è l’industria e servizi (81% delle denunce), mentre il settore agricolo e la pubblica amministrazione seguono con il 3% e il 16%.

Tra i settori più a rischio, spiccano la fabbricazione di prodotti in metallo, l’edilizia, il commercio al dettaglio, la manifattura di macchinari e l’assistenza sanitaria. Per quanto riguarda gli infortuni mortali, i comparti più critici sono il trasporto terrestre e l’edilizia specializzata.

Nel 2025, nei primi due mesi, si registrano già 15 morti sul lavoro e 10.793 denunce di infortuni. Numeri che confermano, secondo la CISL Veneto, la necessità di un intervento più strutturato e coordinato.

Paglini evidenzia anche i nuovi rischi emergenti legati a innovazione tecnologica e cambiamenti climatici: «La valutazione dei rischi nelle imprese deve includere anche fattori come lo stress da lavoro correlato, l’esposizione ai campi elettromagnetici e ai raggi solari». Preoccupa, inoltre, l’aumento delle aggressioni a lavoratori nel settore sanitario, nei trasporti pubblici e nella polizia penitenziaria: quasi 2.600 segnalazioni solo nel 2024.

La CISL Veneto plaude all’Accordo Stato-Regioni recentemente approvato, che disciplina la formazione obbligatoria anche per i datori di lavoro, ma chiede più controlli, maggiore continuità nell’azione ispettiva e l’allargamento della platea di aziende soggette alla patente a crediti.

Guardando al tema della Giornata mondiale di quest’anno, dedicato all’intelligenza artificiale e alla digitalizzazione, Paglini intravede opportunità di prevenzione avanzata: «L’IA può essere una leva importante per monitorare e ridurre i rischi, ma deve essere integrata in un sistema di sicurezza che metta sempre al centro le persone».

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