Veneto, marzo 2025: occupazione in crescita ma rallenta il ritmo rispetto al 2024
di Matteo ScolariIl primo trimestre del 2025 si chiude in Veneto con un saldo positivo di +21.300 posti di lavoro dipendente, un dato che conferma la resilienza del mercato del lavoro regionale, sebbene con una dinamica più contenuta rispetto allo stesso periodo del 2024, quando il bilancio segnava +28.700 posizioni. A pesare sull’andamento del mese di marzo è stato il posticipo delle festività pasquali, che ha ritardato l’avvio della stagione turistica, influenzando in modo significativo la dinamica delle assunzioni, in calo dell’11%.
Nel complesso del trimestre, la domanda di lavoro si conferma in flessione del 5%, mentre le cessazioni restano stabili, anche grazie all’aumento delle interruzioni per fine contratto a termine (+17%) e alla contemporanea diminuzione di dimissioni e licenziamenti. La contrazione delle assunzioni coinvolge in particolare le donne (-9%), i lavoratori italiani e la fascia di età 30-54 anni. Resta alta l’incidenza del part time, che rappresenta il 33% delle nuove attivazioni, in lieve calo rispetto all’anno precedente.
L’effetto del calendario è evidente anche nei dati contrattuali. I contratti a tempo determinato, diffusi soprattutto nel comparto turistico, risultano in netto calo, quasi dimezzati rispetto al 2024. Al contrario, i contratti a tempo indeterminato crescono di +11.600 unità, grazie a un aumento delle trasformazioni da tempo determinato e a una riduzione delle cessazioni. In lieve contrazione l’apprendistato, che perde 240 unità, in scia a una riduzione del 9% nelle attivazioni.

Sul piano territoriale, le province a vocazione turistica sono quelle che hanno registrato i cali più evidenti nelle assunzioni di marzo: Verona (-20%) e Venezia (-12%) in particolare. Nonostante ciò, il trimestre si chiude in positivo per tutte le province, ad eccezione di Belluno (-1.308 posti), dove però il saldo negativo risulta più contenuto rispetto al 2024, riflettendo una stagionalità più attenuata.
Analizzando i marco-settori, il bilancio occupazionale è positivo per industria, agricoltura e servizi, ma con un contributo molto differenziato. L’industria si distingue per la migliore performance, con +6.400 posizioni rispetto al primo trimestre 2024, sostenuta in particolare da edilizia (+3.000 posti) e metalmeccanico (+2.000). In lieve recupero anche il comparto automotive, che dopo una fase negativa a fine 2024, torna a mostrare un saldo positivo, sebbene legato a dinamiche specifiche di alcune aziende.
Resta invece debole il contributo di agricoltura e soprattutto del terziario, penalizzato dalla partenza ritardata della stagione turistica. Il saldo del settore è quasi dimezzato, con una flessione delle assunzioni del -12%. Rallentano anche comparti chiave come commercio, logistica e servizi di pulizia, segnando una battuta d’arresto per l’intero settore dei servizi.
All’interno del Made in Italy, la situazione è eterogenea. In crescita i comparti di industria alimentare e legno-mobilio, mentre segnano una battuta d’arresto tessile-abbigliamento e occhialeria. In un contesto di incertezza economica internazionale e tensioni commerciali ancora in corso, l’industria regionale mostra comunque una buona tenuta occupazionale, anche grazie al supporto degli strumenti di Cassa Integrazione ordinaria e straordinaria, ancora ampiamente utilizzati per gestire i picchi e i cali di produzione.
Il quadro che emerge dai dati del mese di marzo e del primo trimestre dell’anno evidenzia quindi un mercato del lavoro in movimento, resiliente ma esposto a variabili congiunturali e climatiche. Il ritardo nell’avvio delle stagioni lavorative, causato da un calendario sfavorevole, impone una lettura prudente dei dati, senza però sottovalutare i segnali positivi sul fronte della stabilità contrattuale e della qualità dell’occupazione.
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