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Dazi, lunedì nero per i mercati mondiali. Trump: «Una cura necessaria»

di Redazione
Le misure protezionistiche di Trump scatenano il panico sui mercati: crollano borse asiatiche, petrolio e criptovalute, mentre la Cina risponde con controdazi e stimoli.

Una settimana turbolenta si apre sui mercati finanziari globali, trascinati in una spirale di incertezza e volatilità a seguito delle misure protezionistiche imposte dal presidente statunitense Donald Trump. I dazi commerciali annunciati dalla Casa Bianca hanno innescato una serie di reazioni a catena che stanno influenzando duramente le piazze finanziarie, i mercati delle materie prime, le criptovalute e le relazioni internazionali.

Le borse asiatiche in profondo rosso

L’impatto immediato dei dazi è stato registrato sui mercati asiatici, dove gli indici principali hanno subito perdite significative. Il Nikkei di Tokyo ha perso oltre il 6%, mentre Hong Kong ha ceduto il 10,7%. Particolarmente colpiti i titoli tecnologici e bancari, con l’indice Hang Seng Tech a -13,95%. Anche Shanghai (-6,34%), Shenzhen (-8,74%), Taipei (-9,71%), Seul (-5%), Singapore (-8,12%) e Mumbai (-3,5%) hanno subito forti ribassi.

A preoccupare gli investitori è lo spettro di una recessione globale, accentuato dalle parole di Tony Sycamore di IG Australia, che ha parlato di “timori di una guerra commerciale in piena regola, di una recessione imminente e di una crisi di liquidità simile a quella del 2020”.

Cina: contromisure e stimoli all’economia

La risposta cinese non si è fatta attendere. Pechino ha annunciato controdazi del 34% su tutti i beni americani, una mossa che fa parte di un pacchetto di ritorsioni più ampio. Secondo fonti interne citate da Bloomberg, i leader cinesi stanno valutando anche misure di stimolo ai consumi per contrastare l’effetto negativo dei dazi sulla crescita interna.

I dirigenti cinesi, inclusi alti funzionari delle autorità di regolamentazione finanziaria, si sono riuniti nel fine settimana per discutere piani di stabilizzazione dei mercati e dell’economia, già colpiti dalle incertezze globali.

Il prezzo del petrolio e del gas in caduta libera

Il mercato delle materie prime non è stato risparmiato. Il prezzo del petrolio continua la sua discesa: il WTI con consegna a maggio è sceso a 60,45 dollari al barile (-2,48%), mentre il Brent con consegna a giugno si attesta a 64,01 dollari (-2,39%).

Anche il prezzo del gas ha subito un tonfo, con i contratti TTF ad Amsterdam che hanno perso il 5%, scendendo a 34,6 euro/MWh. Un calo che riflette l’instabilità geopolitica e le tensioni sui mercati internazionali.

Criptovalute: Bitcoin e Ethereum in caduta

Le criptovalute, che avevano beneficiato del ritorno di Trump alla presidenza lo scorso novembre, hanno perso quasi tutti i guadagni accumulati. Il Bitcoin ha perso oltre il 7% nella notte, toccando un minimo di 77.000 dollari, ora attestato a 76.837 dollari (-2,5%). Ethereum, invece, è crollato a 1.521 dollari, un minimo che non si vedeva da ottobre 2023, prima di risalire leggermente a 1.543 dollari (-1,95%).

Secondo i dati di CoinGecko, la capitalizzazione totale del mercato cripto è scesa di circa il 10%, arrivando a 2,54 trilioni di dollari.

Spread in salita: torna la tensione sui titoli di Stato

Anche i mercati obbligazionari risentono della situazione: lo spread Btp-Bund ha aperto in rialzo, raggiungendo i 128 punti base, il valore più alto da novembre. Il rendimento del Btp decennale italiano sale al 3,79%, mentre i titoli di Stato tedeschi cedono 7 punti base, fermandosi al 2,5%.

Questo nuovo contesto di instabilità macroeconomica ha riacceso le tensioni sul debito sovrano europeo, e in particolare su quello dei Paesi considerati più fragili.

Trump: «I dazi sono una cura necessaria»

Nonostante le forti reazioni dei mercati, il presidente Donald Trump rimane fermo sulla sua linea protezionistica. Ha definito i dazi “una cura necessaria”, aggiungendo che “i leader di tutto il mondo sono ansiosi di fare un accordo”.

Una posizione che sottolinea la volontà dell’amministrazione americana di rinegoziare le condizioni commerciali a livello globale, anche a costo di tensioni economiche e geopolitiche.

Le prospettive

Gli analisti guardano ora con crescente preoccupazione ai possibili sviluppi della situazione. Stefan Angrick, economista di Moody’s, ha sottolineato come «anche se i dazi dovessero tornare a scendere, probabilmente rimarrebbero più alti di quanto non fossero prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca».

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