Dazi USA al 20%, Riello: «Un passo indietro per l’export veronese e per l’economia»
di Matteo ScolariL’introduzione di dazi reciproci al 20% sui prodotti importati dall’Unione Europea, annunciata dall’amministrazione statunitense nella serata del 2 aprile, rischia di rappresentare un grave freno per l’economia veronese. A lanciare l’allarme è Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona, che ha definito la misura “un passo indietro non solo per le imprese, ma per l’intera economia locale”.
«Un macigno che peserà sul potere d’acquisto delle famiglie – ha dichiarato Riello – e che rischia di minare il consolidamento di uno dei mercati esteri più rilevanti per il nostro territorio». L’esportazione verso gli Stati Uniti, terzo sbocco commerciale per le imprese veronesi, ha raggiunto nel 2024 un valore complessivo di 858 milioni di euro, segnando una crescita del 6,2% rispetto all’anno precedente.
Tra i settori trainanti dell’export scaligero verso gli USA figurano le bevande, con un valore di oltre 138 milioni di euro (pari al 16% del totale), seguite da macchinari, marmo e prodotti da forno, che rappresentano asset fondamentali del tessuto produttivo della provincia di Verona.

I dazi, che impatteranno su tutte le categorie merceologiche senza distinzioni, arrivano in un momento in cui molte aziende stavano investendo per consolidare o aprire nuovi canali commerciali nel mercato statunitense. Una scelta che rischia di compromettere la competitività dei prodotti veronesi e italiani a fronte di una concorrenza sempre più agguerrita.
Riello sollecita un’azione coordinata tra Governo e istituzioni europee, sottolineando la necessità di negoziare con l’amministrazione Trump al fine di contenere gli effetti di questa misura, già considerata dagli operatori del settore come una “tassa sull’eccellenza italiana”. Inoltre, il presidente ha auspicato la definizione di misure compensative, per aiutare le imprese maggiormente colpite ad affrontare i rincari e la possibile perdita di quota di mercato.
«Sarà fondamentale aprire un confronto con il Governo italiano e le autorità comunitarie per trovare una soluzione diplomatica efficace e rapida – ha aggiunto Riello –. Non possiamo permettere che a pagare il prezzo di queste tensioni internazionali siano le imprese, i lavoratori e i consumatori».
Il caso veronese è solo uno dei tanti che in questi giorni stanno emergendo lungo la penisola. Ma i numeri locali confermano quanto il territorio scaligero sia esposto e al contempo dinamico nei rapporti con il mercato statunitense, rappresentando un importante campanello d’allarme a livello nazionale.
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