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Francesco Menegalli: «Il settore sanitario privato consente tempi brevi e flessibilità»

di Matteo Scolari
A Focus Verona Economia il direttore tecnico di Target Salute Francesco Menegalli, che analizza il punto di equilibrio tra settore pubblico e privato con uno sguardo sul futuro delle cure e del benessere delle persone.

Il settore sanitario privato ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni, con una domanda sempre maggiore di servizi non solo curativi, ma anche preventivi e di supporto alle imprese. In questo scenario, Target Salute si è affermata come una realtà di riferimento, specializzata nella medicina del lavoro e nei servizi sanitari aziendali. Per approfondire questi temi, abbiamo intervistato Francesco Menegalli, direttore tecnico di Target Salute, ospite della trasmissione Focus Verona Economia su Radio Adige TV.

Negli ultimi anni, il settore sanitario privato ha conosciuto una forte espansione. Quali sono le ragioni di questo fenomeno?

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un aumento della domanda di servizi sanitari privati per diverse ragioni. Da un lato, i cittadini cercano tempi di attesa più brevi e maggiore flessibilità rispetto alla sanità pubblica. Dall’altro, c’è una crescente attenzione alla prevenzione e al benessere, che porta sempre più persone a rivolgersi a specialisti come nutrizionisti, fisioterapisti e psicologi non solo per curare un problema, ma per migliorare la propria qualità di vita.

Abbiamo notato, ad esempio, che oggi molte persone si rivolgono a un nutrizionista non solo per perdere peso, ma per adottare un’alimentazione più equilibrata e prevenire patologie metaboliche. Allo stesso modo, i servizi di supporto psicologico sono in forte crescita, perché sempre più persone riconoscono l’importanza della salute mentale. Il Covid ha accelerato questa consapevolezza, portando molte aziende e lavoratori a prendere più sul serio il benessere psicologico.

Un altro fattore determinante è il ruolo delle aziende, che sempre più spesso offrono servizi sanitari ai propri dipendenti nell’ambito di programmi di welfare aziendale. In molti casi, le imprese vogliono garantire ai lavoratori controlli medici periodici, visite specialistiche o percorsi di prevenzione per ridurre i rischi legati all’ambiente di lavoro. Target Salute ha intercettato questa esigenza e oggi collabora con numerose aziende per sviluppare progetti di tutela della salute dei dipendenti.

Parlando di aziende, la medicina del lavoro sta assumendo un ruolo sempre più centrale. Quali sono le principali criticità da affrontare?

La medicina del lavoro ha un ruolo fondamentale, perché ha un’azione preventiva che può fare la differenza nella riduzione degli infortuni e delle malattie professionali. A Verona, purtroppo, il problema degli infortuni sul lavoro è ancora molto rilevante. Secondo l’Osservatorio Vega, nel 2024 ci sono stati 19 incidenti mortali nella nostra provincia, e Verona è una delle città più colpite in Veneto.

Le criticità principali riguardano il settore dell’edilizia e quello della logistica. Nei cantieri, la presenza contemporanea di più aziende e lavoratori rende più difficile il coordinamento delle misure di sicurezza. Anche il settore della logistica presenta rischi elevati, perché negli ultimi anni il boom dell’e-commerce ha aumentato il numero di lavoratori impiegati nel trasporto e nella movimentazione delle merci. Questo ha portato a un incremento degli infortuni, spesso legati a turni intensi e alla necessità di rispettare tempi di consegna serrati.

Un’altra criticità riguarda il rischio stradale. Molti incidenti sul lavoro avvengono durante gli spostamenti, sia per chi utilizza mezzi aziendali, sia per chi si reca al lavoro con la propria auto o moto. La distrazione alla guida, spesso legata all’uso dello smartphone, è diventata una delle principali cause di sinistri. Le aziende stanno iniziando a rendersi conto che devono fare di più per sensibilizzare i dipendenti su questi temi, magari offrendo corsi di guida sicura o introducendo regolamenti più severi sull’uso del cellulare alla guida.

Recentemente, Target Salute ha partecipato a un progetto sulle molestie e le violenze sul lavoro. Ci può raccontare di cosa si tratta?

Sì, è un progetto molto innovativo, promosso da Confimi Apindustria Verona e cofinanziato da Ulss 9 Scaligera, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona, la Società Italiana di Psicologia del Lavoro e la Cisl.

L’obiettivo è quello di sviluppare strumenti e procedure per prevenire le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro. È un tema di cui purtroppo si parla ancora troppo poco, ma che riguarda molte realtà aziendali. Spesso si pensa subito alle molestie sessuali, che sono certamente una delle forme più gravi di abuso, ma ci sono anche altri comportamenti dannosi, come il mobbing o il bossing, che possono avere conseguenze pesanti sulla salute psicologica dei lavoratori.

Il progetto prevede una prima fase di analisi per capire come le aziende percepiscono il problema e quali strumenti hanno a disposizione per affrontarlo. Successivamente, verranno sviluppate linee guida e attività formative per aiutare le imprese a prevenire questi fenomeni e a creare un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso.

Questa iniziativa è particolarmente importante per le piccole e medie imprese, che spesso non hanno strumenti adeguati per gestire queste situazioni. Il nostro obiettivo è fornire loro delle soluzioni concrete, perché il benessere dei lavoratori non è solo una questione etica, ma ha anche un impatto diretto sulla produttività e sulla reputazione aziendale.

Negli ultimi anni, il concetto di welfare aziendale è diventato sempre più centrale. Quanto è importante il benessere dei lavoratori?

Il benessere dei lavoratori è fondamentale. Un ambiente di lavoro sano non significa solo ridurre il rischio di infortuni, ma anche garantire condizioni che permettano ai dipendenti di lavorare con serenità e motivazione. Negli ultimi anni, si è capito che la salute non riguarda solo gli aspetti fisici, ma anche quelli psicologici e relazionali. Dopo il Covid, molti lavoratori hanno maturato una maggiore consapevolezza su questi temi e chiedono alle aziende di investire nel loro benessere. Non si tratta solo di stipendi più alti, ma anche di condizioni di lavoro che favoriscano un equilibrio tra vita professionale e privata.

Le aziende più lungimiranti stanno già adottando politiche di welfare aziendale che includono, ad esempio, supporto psicologico per i dipendenti, flessibilità oraria, iniziative di prevenzione sanitaria e attività per migliorare il clima aziendale. La sfida del futuro sarà rendere questi strumenti accessibili a tutte le imprese, anche quelle più piccole, perché il benessere dei lavoratori non dovrebbe mai essere un privilegio, ma un diritto.

Come vede il futuro della medicina del lavoro e della sanità aziendale?

Credo che il futuro sarà sempre più orientato alla prevenzione e alla personalizzazione dei servizi. La tecnologia avrà un ruolo chiave, perché permetterà di monitorare la salute dei lavoratori in modo più preciso e di intervenire prima che si sviluppino problemi gravi.

L’intelligenza artificiale e i big data potranno aiutarci a individuare i fattori di rischio con maggiore tempestività e a suggerire interventi mirati. Allo stesso tempo, sarà fondamentale lavorare sulla cultura della prevenzione, perché ancora oggi molte aziende si muovono solo quando il problema si è già manifestato.

La medicina del lavoro deve diventare un alleato strategico delle imprese, non solo per evitare sanzioni, ma per migliorare davvero la qualità della vita delle persone. Il nostro obiettivo è costruire un sistema sanitario aziendale che non sia percepito come un obbligo burocratico, ma come un investimento sul futuro.

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