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Insediamento Trump e possibili nuovi dazi. Preoccupate le imprese venete

di Matteo Scolari
Incontro tra Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, e Devis Zenari, presidente veronese dell'associazione, per condividere eventuali contraccolpi economici dopo l'insediamento del "tycoon".

La nuova presidenza di Donald Trump inizia con l’annuncio di possibili dazi sulle importazioni, generando preoccupazione tra le imprese italiane, in particolare in Veneto, dove gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di riferimento per l’export.

Il Veneto contribuisce al commercio con gli Stati Uniti per oltre 7,1 miliardi di euro, pari al 10,9% del totale nazionale, secondo i dati del 2024 di Confartigianato. Gli USA sono il terzo mercato, con una crescita costante, ma l’annuncio di dazi tra il 10% e il 20% potrebbe ridurre l’export italiano verso gli USA rispettivamente del 4,3% e del 16,8%.

Devis Zenari, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, sottolinea che nella provincia di Verona, il valore dell’export manifatturiero verso gli Stati Uniti ha raggiunto circa 827 milioni di euro, con un incremento del 5,6% nei primi nove mesi del 2024. «Eventuali interventi protezionistici potrebbero causare contraccolpi significativi per la nostra economia locale» dichiara Zenari.

Devis Zenari - Presidente Confartigianato Imprese Verona
Devis Zenari – Presidente Confartigianato Imprese Verona

Tra i settori più colpiti vi sono quelli della moda, degli alimentari, del legno, dei metalli e della gioielleria. Questi comparti, guidati principalmente da piccole e medie imprese, hanno registrato una crescita media del 3,9% nel 2024.

Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, esprime preoccupazione: «Le piccole e medie imprese sono particolarmente vulnerabili a una strategia protezionistica come quella annunciata dagli USA. Sarà necessario un intervento del governo italiano per bilanciare le difficoltà che potrebbero emergere».

Tra le vie di fuga, un possibile accordo tra Unione Europea e Stati Uniti potrebbe garantire una riduzione dei dazi in cambio di maggiori acquisti di gas naturale liquefatto (GNL) da parte dell’Europa. Gli Stati Uniti, infatti, sono il secondo fornitore di GNL per l’Italia, rappresentando il 45,5% delle importazioni.

Boschetto suggerisce che un tale accordo potrebbe favorire anche le imprese energivore venete, riducendo i costi energetici e contribuendo a compensare gli effetti negativi dei dazi. Zenari conclude: «Le imprese venete devono imparare a diversificare i mercati, puntando su quelli in via di sviluppo e sfruttando al meglio la propria eccellenza e specializzazione».

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