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Guarise: «Continueremo a strutturare il gruppo con risorse professionali di alto livello»

di Redazione
Pierluigi Guarise, AD di Collis Veneto Wine Group, parla della crescita della società e dell'innesto di figure di grande esperienza, come il direttore Christian Scrinzi, che permettono uno sviluppo aziendale importante.

Nel nostro approfondimento dedicato al settore agroalimentare, abbiamo intervistato Pierluigi Guarise, amministratore delegato di Collis Veneto Wine Group. Con oltre 15 anni di storia, Collis rappresenta uno dei gruppi vinicoli di maggior rilievo nel panorama italiano. In questa intervista, Guarise ci offre una panoramica completa della crescita del gruppo, delle sfide del mercato globale e delle strategie per il futuro.

Il 2008 è una data importante per voi. Può raccontarci come è nato il vostro progetto?

Certo. Nel 2008 i consigli di amministrazione di due cooperative, pilastri fondanti di Collis, hanno deciso di unirsi e dare vita a Collis Veneto Wine Group, una cooperativa di secondo grado che riuniva le attività industriali, pur mantenendo separate le cooperative di base. Nel 2023 abbiamo completato un’importante fusione, che ha portato alla nascita della nuova entità Collis Veneto Group. Questa struttura ci permette di operare a Verona, Vicenza e Padova con circa 6.000 ettari di vigneto e due società controllate: Collis Heritage Spa (fusione Sartori//Riondo) e Cielo e Terra Spa.

Dal 2022 lei ha assunto il ruolo di amministratore delegato. Come sono stati questi primi anni per lei?

Sono stati anni molto stimolanti. Ho avuto l’opportunità di contribuire direttamente, prima come direttore generale e poi come amministratore delegato, alla realizzazione della fusione. Una sfida entusiasmante, che ha comportato una riorganizzazione interna importante. Gestiamo oggi oltre un milione di quintali di uve, per una produzione annua di 750.000 ettolitri di vino, ed è una soddisfazione vedere i risultati di questo percorso.

Grazie ai vostri numeri, siete un vero e proprio osservatorio del mercato vinicolo. Che momento è questo per l’export e il consumo di vino?

Negli ultimi quindici anni, il vino italiano ha raggiunto livelli di esportazione straordinari, grazie alla qualità dei nostri prodotti. Tuttavia, stiamo osservando una leggera flessione nei consumi, complici le recenti difficoltà economiche globali. Questo è particolarmente evidente in mercati importanti come gli Stati Uniti. Rimaniamo però positivi: la qualità del nostro prodotto e il posizionamento internazionale del vino italiano restano molto forti. Il successo del Prosecco, per esempio, ci ha portato a diventare leader mondiale nel settore delle bollicine.

Quali sono le prime sensazioni sulla vendemmia 2024?

Quest’anno ha visto un andamento climatico anomalo. Le gelate iniziali hanno ridotto la capacità produttiva di alcuni vigneti, specialmente quelli di Garganega, fondamentale per il Soave. I quantitativi sono in linea con quelli del 2023, che però era già stato un anno non ottimale da un punto di vista produttivo. Qualitativamente, invece, la resa si presenta molto buona. Rese più basse hanno contribuito a migliorare la qualità dei nostri vini.

Parlando di sostenibilità, sappiamo che avete ottenuto quattro certificazioni. Ce ne può parlare?

Siamo molto orgogliosi del percorso di sostenibilità intrapreso. Oltre ai processi produttivi, ci siamo concentrati sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Siamo stati tra i primi a certificare un numero significativo di produttori (oltre 400 soci) con lo standard Equalitas. Questo permette di valorizzare il prodotto e, allo stesso tempo, offrire una garanzia al consumatore.

Recentemente avete nominato un nuovo direttore generale, Christian Scrinzi. Cosa significa per Collis?

Scrinzi è una figura di grande esperienza, con competenze enologiche e organizzative notevoli. Questa nomina dimostra quanto il nostro gruppo creda nel valore delle risorse umane. Per crescere è essenziale avere una squadra di professionisti di alto livello e lui contribuirà alla nostra strategia di espansione su più fronti, coprendo tutte le fasce di mercato.

Cosa ci riserva il futuro per Collis?

Ci concentreremo sulla sostenibilità e sulla qualità. Crediamo che la sostenibilità diventerà un prerequisito, poiché i consumatori sono sempre più attenti a come il vino viene prodotto. Stiamo inoltre intensificando gli investimenti nei mercati esteri per posizionare meglio i nostri prodotti, e continueremo a strutturare il gruppo con risorse professionali di alto livello.

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