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Emigrazione giovanile: l’Italia perde capitale umano

di Matteo Scolari
Secondo la Fondazione Nord Est, tra il 2011 e il 2023, oltre 280.000 giovani italiani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato il Nord Italia per trasferirsi all'estero

La Fondazione Nord Est ha recentemente pubblicato la settima nota del 2024, concentrandosi ancora una volta sull’emigrazione giovanile italiana. L’analisi mostra una realtà preoccupante: l’Italia, e in particolare il Nord, non è inserita nei flussi di “brain circulation” internazionale, ovvero lo scambio di talenti tra paesi avanzati.

Secondo i dati raccolti, il rapporto tra giovani italiani che lasciano il paese e quelli che vi immigrano dai principali paesi avanzati è sbilanciato a favore dell’emigrazione: sette giovani italiani espatriano per ogni giovane straniero che arriva. Il dato diventa ancora più drammatico per il Sud Italia, dove il rapporto sale a 20 a 1, con la Calabria che registra un rapporto di 30 a 1, la peggiore performance a livello nazionale. Al contrario, l’Alto Adige registra il rapporto migliore con 4 a 1, dovuto in parte agli stretti legami con l’Austria, non inclusa tra le principali destinazioni per l’emigrazione italiana.

Tra il 2011 e il 2023, oltre 280.000 giovani italiani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato il Nord Italia per trasferirsi all’estero. Nello stesso periodo, poco meno di un milione di giovani stranieri sono immigrati nelle regioni settentrionali, ma solo un quinto di questi proveniva da paesi dell’Unione Europea e ancora meno da quelli più avanzati. Il Nord Italia ha quindi perso una parte significativa del suo capitale umano, senza beneficiare di un flusso corrispondente di talenti stranieri.

Il confronto con altri paesi avanzati mostra dati ancor più preoccupanti. Il rapporto tra giovani italiani che emigrano verso la Svizzera e i giovani svizzeri che immigrano in Italia è di 33 a 1, il dato peggiore tra le nazioni analizzate. Anche i flussi verso l’Australia (20 a 1) e il Regno Unito (14 a 1) sono estremamente sfavorevoli. Solo con la Spagna il rapporto è più bilanciato, grazie anche all’uso della cittadinanza spagnola da parte di molti sudamericani per entrare nell’Unione Europea.

Il fenomeno dell’emigrazione giovanile riflette un sistema italiano che non riesce a trattenere i suoi giovani talenti, i quali scelgono di costruire il loro futuro altrove, in paesi che offrono maggiori opportunità professionali e sociali. L’analisi della Fondazione Nord Est invita a riflettere su come invertire questa tendenza e creare le condizioni per attrarre giovani stranieri e trattenere quelli italiani.

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