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IA, Chiavegato: «Parte integrante della nostra didattica»

di Redazione
L'Istituto Salesiano San Zeno sta integrando l'intelligenza artificiale nella didattica per migliorare le competenze degli studenti, formando sia loro che i docenti su come utilizzare l'IA in modo consapevole. Ce ne parla il coordinatore tecnico, Luca Chiavegato.

Durante la puntata di Focus Verona Economia, condotta da Matteo Scolari, si è parlato di formazione e intelligenza artificiale con Luca Chiavegato, coordinatore tecnico dell’Istituto Salesiano San Zeno. Ecco i punti salienti dell’intervista.

Parliamo dell’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo sulla scuola. Come vi state approcciando a questa rivoluzione tecnologica?

La tecnologia è parte integrante della nostra didattica da anni. Abbiamo iniziato con strumenti come il braccio robotico e le stampanti 3D, ma dal 2023, con l’avvento di nuove tecnologie come il modello linguistico Firefly di Adobe, ci siamo chiesti quali competenze sarebbero state presto obsolete e quali, invece, dovevano essere insegnate. Abbiamo quindi deciso di addestrarci all’uso dell’intelligenza artificiale e coinvolgere anche i nostri studenti, con l’obiettivo di integrare queste tecnologie nelle attività didattiche entro il 2024-2025.

Oltre agli studenti, anche i docenti devono affrontare questa sfida. Come state gestendo la formazione del personale?

È fondamentale che anche i docenti siano preparati. Abbiamo già iniziato a formare il personale con iniziative che proseguiranno durante l’anno. Abbiamo organizzato diversi incontri focalizzati sull’uso di strumenti specifici. Il nostro approccio è quello di abbracciare l’intelligenza artificiale, piuttosto che evitarla, poiché sappiamo che gli studenti la utilizzano già autonomamente. Il nostro obiettivo è accompagnarli e insegnare loro non solo a utilizzare gli strumenti, ma anche a comprendere il contesto e valutare criticamente i risultati generati dall’IA.

È interessante questo focus sulla comprensione e non solo sull’uso passivo della tecnologia. Come si riflette questo nelle vostre lezioni?

Ad esempio, nel nostro laboratorio di grafica, un docente ha chiesto agli studenti di creare una locandina informativa sui pericoli del fumo, utilizzando l’intelligenza artificiale. Invece di cercare immagini preconfezionate, gli studenti hanno creato descrizioni dettagliate e valutato se l’immagine generata fosse conforme alle loro aspettative. Questo esercizio ha mostrato quanto sia importante avere una solida base culturale per sfruttare al meglio queste tecnologie.

Quindi l’intelligenza artificiale non elimina la creatività o le competenze, ma anzi può stimolare il ragionamento e la capacità critica degli studenti.

Assolutamente sì. L’intelligenza artificiale richiede un contesto e una guida. Non basta inserire un comando; è necessario avere le conoscenze culturali per dare indicazioni precise e valutare i risultati. Questo processo di riflessione e giudizio è ciò che rende l’intervento umano essenziale. La tecnologia può alleggerire alcuni compiti, ma è l’essere umano che deve guidare e verificare il lavoro.

Questo concetto è fondamentale. L’uso dell’intelligenza artificiale sarà valutato anche come competenza nella scuola?

Sì, sicuramente. Stiamo lavorando affinché gli studenti non si limitino a usare l’IA in modo passivo, ma sviluppino una capacità critica nell’interpretare i risultati. Sarà parte del nostro percorso didattico valutare la loro capacità di generare contenuti corretti e contestualizzati, come è accaduto nel progetto di grafica che ho menzionato.

Guarda l’intervista al professor Chiavegato dal minuto 1:04:16

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