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Assofond: «Costi energetici insostenibili per le fonderie italiane»

di Matteo Scolari
L'associazione di categoria presieduta da Fabio Zanardi lancia un nuovo allarme per i costi energetici che stanno creando notevoli difficoltà alle aziende associate.

L’aumento dei prezzi dell’energia continua a pesare gravemente sull’industria italiana delle fonderie. Secondo i dati Istat pubblicati oggi, a luglio 2024 i prezzi alla produzione dell’industria sono cresciuti del 13% rispetto a giugno, segnando il terzo rialzo consecutivo. Questo aumento è dovuto principalmente all’incremento dei costi dell’energia elettrica, una tendenza che mette a dura prova la competitività delle imprese italiane, particolarmente quelle energivore come le fonderie.

Fabio Zanardi, presidente Assofond

Fabio Zanardi, Presidente di Assofond, l’associazione di categoria che rappresenta le fonderie italiane all’interno di Confindustria, ha espresso preoccupazione per l’impatto devastante che questi costi stanno avendo sulle imprese. «Nel silenzio quasi generale, i costi produttivi per le imprese italiane stanno ricominciando a crescere ancora una volta a causa dei prezzi energetici», ha dichiarato Zanardi. «Questo ha un forte impatto sulla competitività delle aziende energivore come le fonderie che devono confrontarsi con concorrenti che pagano l’elettricità molto meno di noi».

I dati mostrano un divario significativo tra il prezzo dell’energia in Italia e in altri paesi europei: il Prezzo Unico Nazionale (PUN) per l’energia elettrica a luglio ha raggiunto i 112,32 €/MWh, un valore molto più alto rispetto ai 67,70 €/MWh della Germania (+66%), ai 72,31 €/MWh della Spagna (+55%) e ai 47,03 €/MWh della Francia (+139%). Ad agosto, il PUN italiano ha toccato quota 128,44 €/MWh, il livello più alto registrato da ottobre 2023.

«La differenza di costo tra quello che oggi paghiamo per l’energia elettrica rispetto alle nostre concorrenti francesi, spagnole e tedesche è ormai insostenibile», ha continuato Zanardi. Ha inoltre sottolineato che il problema non dipende solo dai costi di generazione, ma anche dalla mancanza di interventi di sostegno adeguati per le aziende energivore italiane, rispetto ai loro concorrenti europei. «La recente approvazione dell’electricity release è una buona notizia, ma deve essere solo il primo passo verso l’introduzione di un più ampio sistema di supporto alle aziende energivore», ha concluso.

Assofond, che rappresenta circa 900 imprese con 23.000 addetti e un fatturato complessivo di oltre 7,6 miliardi di euro, chiede un intervento immediato e strutturale per supportare le fonderie italiane. Zanardi ha evidenziato la necessità di lavorare per un prezzo unico europeo dell’energia, come unica soluzione per eliminare le attuali asimmetrie di mercato e salvaguardare le fondamenta del mercato unico europeo.

L’associazione continua a promuovere la competitività delle fonderie italiane e a fornire supporto in ambito amministrativo, commerciale, normativo, e ambientale, oltre a sostenere la sicurezza e la salute sul lavoro. Assofond è inoltre impegnata a livello internazionale come socio fondatore della European Foundry Association (CAEF), lavorando per rappresentare al meglio gli interessi delle fonderie italiane.

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