Tinazzi raccoglie la sfida lanciata dai vigneti PIWI
di RedazioneNel solco del progetto di sostenibilità Tinazzi (R)Evolution, la cantina veronese Tinazzi ha deciso di avviare una sperimentazione innovativa in vigneto, andando a impiantare nella primavera 2024 le sue prime viti PIWI.
PIWI è l’acronimo della parola tedesca “PilzWiderstandsfähige” e indica vitigni resistenti alle malattie fungine. In termini tecnici, le viti resistenti ai fughi sono state generate originariamente dall’incrocio tra Vitis Vinifera e altre specie del genere Vitis, per ottenere vitigni dalle elevate qualità organolettiche e al contempo con caratteristiche di resistenza a questi patogeni.
Nati inizialmente in Nord Europa, precisamente in Germania attorno all’800 per contrastare la diffusione della fillossera, arrivano in Italia solo alla fine degli anni Novanta, trovando casa nelle regioni di Trentino, Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, ma anche Lombardia.
Questi vitigni non sono ottenuti attraverso manipolazione genetica, ma attraverso incroci e selezioni di piante che risultano predisposte a fronteggiare le sfide future dovute al cambiamento climatico e all’insorgenza di patologie fungine.
La resistenza ottenuta tramite gli incroci permetterà di limitare drasticamente i trattamenti in vigna abbassando l’impatto ambientale del sistema, e riducendo in modo importante i costi di gestione. I vitigni PIWI si rivelano infatti sostenibili sia dal punto di vista agronomico che economico.
Nei vigneti di Tenuta Valleselle a Bardolino e Cascina Montelupo a Sona sono state piantate 6.000 barbatelle di Souvignier Gris.
Il Souvigner Gris è un vitigno dalle ottime potenzialità, un incrocio ottenuto in Germania nel 1983 presso l’Istituto di Ricerca di Friburgo. Per anni si è ritenuto fosse un incrocio di Cabernet sauvignon e Bronner, tuttavia da poco si sa che è un incrocio tra Seyval x Zähringer. Il vino che si ottiene sprigiona profumi tipici della varietà, è leggermente fruttato, minerale, con una buona struttura.
Ora sarà necessario attendere alcuni anni di crescita e studio per ottenere il primo Vino PIWI Tinazzi. «Già da qualche anno, nei miei viaggi in giro per il mondo – racconta Gian Andrea Tinazzi, titolare dell’azienda – ho avuto occasione di parlare con viticoltori entusiasti di questa sperimentazione. Desideravo quindi poterla introdurre nei nostri vigneti. Il 2024 si è rivelato l’anno giusto per piantare le nostre prime viti PIWI. Sono estremamente curioso di apprezzarne i risultati in vigna e, ovviamente, anche nel bicchiere! Tinazzi non solo parla di sostenibilità, ma ne fa un modus operandi in ad ogni livello della filiera produttiva».
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