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Autobiografia di un gatto

di admin
Non mancano certo i libri sui gatti. Ma se è il gatto stesso, vero e unico protagonista, a raccontare in prima persona la sua storia e la sua vita con «gli esseri umani»?

Foudini è un gatto nero, trovatello, che viene accolto nella famiglia degli umani dalle «Persone Assegnate»: lei, Tepore, dolce e tenera, e lui, Peste, più difficile e distaccato. Poi c’è Sam, gigantesco e minaccioso cane di casa, ma alla fine grande compagno e mentore.
Coraggioso, saggio e sornione, Foudini narra la sua infanzia e le sue innumerevoli esperienze di vita a una giovane, inesperta e intrattabile gattina di campagna, Grace, che gli è stata «affidata». Con il tono di un maestro, che conosce il mondo ma è rassegnato al desiderio di libertà dei giovani, le insegna ad affrontare situazioni, rischi e gioie della vita dei felini.
Ricca di episodi buffi e divertenti, questa Autobiografia di un gatto è una lettura avvincente, arguta e spesso profonda.
Susan Fromberg Schaeffer, nata a Brooklyn, si è laureata all’università di Chicago nel 1966. Ha scritto romanzi e volumi di poesia, uno dei quali, Granite Lady, è stato selezionato per il National Book Award. In Italia, l’editore Neri Pozza ha pubblicato il romanzo La follia di una donna innamorata.
Sono venuto al mondo come qualunque altro essere vivente, volente o nolente, ma i libri non nascono allo stesso modo. C’è sempre una ragione dietro all’esistenza di un libro e speriamo che sia sempre una buona ragione. L’avvenimento che mi ha spinto a scrivere questo libro è stato l’arrivo di Grace la Gatta, una piccola e giovanissima gatta di campagna che viene dalla Casa dei Topi, lucida e splendente, decisamente molto bella, con enormi ciuffi di pelo che le spuntano dalle orecchie. Grace la Gatta è stata affidata a me dalla donna e quindi io ne sono responsabile. È una gatta interessante per molti aspetti, nonostante non mi assomigli affatto, per quella sua tendenza a combinarne sempre una.
Ma, visto che io sono un gatto più anziano e più saggio, Grace la Gatta si rivolge a me per ottenere consigli e spiegazioni sul mondo esterno e così ho permesso a Grace la Gatta, che d’ora in poi chiamerò Grace, di spronarmi a scrivere la storia della mia vita di gatto di casa nel mondo degli umani.
Grace potrà trarre dalla mia storia molti insegnamenti, sebbene non mostri una gran fretta di imparare alcunché, visto che in questo preciso momento sta dando la caccia alla mano della mia Persona Assegnata, che stupidamente si sta attardando sul pianerottolo lasciando ciondolare una mano sulla balaustra.
La mano di un umano, con le cinque dita che penzolano e si muovono lievemente è inevitabilmente un’irresistibile tentazione per un giovane gatto come Grace che è, si potrebbe dire, ebbra di gioventù.
 Grace la Gatta non è come me, ma già le voglio bene. La storia della mia vita d’ora in poi sarà in gran parte la storia della sua vita, e poiché Grace è una gatta tanto precipitosa e insensata, non potrà farle che bene sapere che cosa ci si deve aspettare dalla vita, così che possa imparare a rassegnarsi e ad adeguarsi, come dovrebbe fare ogni gatto di casa. Dico questo perché voglio che sia ben chiaro che non è la semplice vanità che mi spinge a scrivere la mia autobiografia.
Noi gatti abbiamo una reputazione piuttosto immeritata per quanto riguarda la vanità, la riservatezza e l’indipendenza, mentre dovremmo venir celebrati per la nostra capacità di vivere da soli e di sognare. Se gli altri gatti sono come me, e io non sono certo che lo siano, benché credo che dovrebbero esserlo, direi che i gatti, in linea di massima, sono animali contemplativi che si accontentano con facilità e che si preoccupano forse eccessivamente dei loro stessi pensieri.
Questo può essere forse il nostro più grave peccato: riuscire a essere contenti e appagati di ciò che meditiamo sul mondo attorno a noi una volta che abbiamo lasciato alle spalle la nostra infanzia, ecco.
Non posso dire che Grace sia particolarmente riflessiva, ma è ancora una gattina. Ha appena un anno e potrebbe cambiare, ma io ne dubito. Anche mentre sto scrivendo Grace è saltata su una sedia e ha picchiato la testa contro lo schienale. Per un po’ di tempo ho pensato che fosse maldestra ma ora mi sono convinto che il problema è nei suoi occhi. Riesce a vedere distintamente solo da lontano perciò spesso salta su un tavolino o sul piano della cucina o in cima a un armadietto e si ritrova penzolante, appesa con le unghie. Adesso è balzata sulla balaustra del pianerottolo ed è caduta al piano di sotto. Grace non è in grado di valutare le distanze. Sto scrivendo questo libro proprio perché lei è dotata di così poco giudizio. Mi chiedo che cosa se ne farà.
Dopo essersi rotolata fino a sfinirsi nell’erba gatta, ora Grace si è aggomitolata sul tappeto e ha annodato attorno a sé la sua coda insolitamente folta e morbida, quindi posso iniziare.

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