Riceviamo e volentieri pubblichiamo
di adminVorrei solamente porre l’accento su alcune considerazioni poste.
Eccole qui di seguito:
"Decine sono gli anni trascorsi e ancora oggi una contrapposizione non sense pone i cittadini davanti al dilemma".
Vorrei far notare che da due anni e mezzo (io sono un membro di una delle associazioni che vorrebbe che su Ca’ del Bue ci fosse almeno un vero confronto) è stato chiesto al sindaco Tosi un confronto pubblico in presenza di esperti, per spiegare con serietà a serenità le proprie considerazioni. Ad oggi non siamo riusciti a ottenere dal sindaco la disponibilità a questo dialogo che, come persone che vivono in uno stato democratico, ci aspetteremmo come segno di trasparenza nelle scelte intraprese.
"Alcuni cittadini, quelli che vivono più vicino, si sono subito allertati, subito mobilitati, spesso fornendo dati di parte e poco attendibili , ma di sicuro effetto mediatico sulle paure della gente".
Su questo punto vorrei sottolineare il fatto che, non sono stati i cittadini più vicini all’inceneritore ad "allertarsi" per primi, ma nel gruppo di individui che si sono impegnati con fatica per studiare il caso ci sono persone che vivono anche molto lontano dall’impianto e che per una sorta di impegno civile, o buona volontà come la si voglia chiamare, pensano che sia giusto cercare di informare le persone.
Il comune di Verona e Agsm hanno invece, tra l’altro, affidato una strategia di comunicazione ad una società apposita, la stessa che fra l’altro pubblicizzava un impianto ora posto sotto sequestro dalla magistratura.
Sul fatto di fornire dati poco attendibili o di parte non sono d’accordo e infatti sono stati riportati studi della stessa Regione Veneto e proprio di quando il sindaco Tosi era assessore alla sanità, studi dell’Ulss20 di Verona, studi di associazioni indipendenti e, cosa non secondaria, in assenza di conflitti di interesse (cosa non di secondaria importanza nella conduzione di una seria ricerca scientifica).
Su questa affermazione vi chiederei di citare chiaramente quale sarebbero gli studi oppure i dati che sarebbe poco attendibili.
Non riusciamo ad avere ancora ad oggi, da parte di chi vorrebbe l’inceneritore, uno studio
fatto con i rigorosi criteri scientifici che possa dire che questi impianti non creino gravi danni
alla salute delle persone.
"Una democrazia deve però responsabilmente assumere decisioni e non piegarsi a gruppetti militanti organizzati, i quali devono accettare le scelte fatte con i crismi della legge".
Vorrei ricordare che a Verona (ma non solo) di veri "militanti" abbiamo avuto diversi politici e attivisti della Lega Nord per i quali però, sembrerebbe che l’abrogazione di una legge sia intervenuta giusto in tempo per annullare una probabile sentenza di condanna (mi riferisco
alla legge numero 297 del Dl 14.2.1948 n. 43 che puniva col carcere da 1 a 10 anni “chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici").
Mi sembra quantomeno fuoriluogo definire "militanti" delle persone che vorrebbero che la propria salute sia tutelata, come sancito dalla costituzione italiana.
Un ultimo appunto: le persone che si sono interessate del caso di Ca’ del Bue non sono degli "ambientalisti" o degli irriducibili del "no" perché proprio questo è quello che alcuni vorrebbero far credere. In realtà le alternative a quel tipo di impianto, già vecchio e superato sono già oggi disponibili, ci farebbero risparmiare soldi e guadagnarne in salute.
Se non crede a me, provi a leggere questa intervista al dottor Walter Ganapini.
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