Manovra 2026: Confartigianato Verona promuove il rigore, ma boccia Transizione 5.0
di Matteo ScolariLa Legge di Bilancio approvata dal Senato incassa un giudizio articolato da Confartigianato Imprese Verona, che riconosce al Governo la scelta di una linea improntata al rigore e alla responsabilità, ma segnala anche alcune criticità rilevanti per il sistema delle micro e piccole imprese, in particolare sul fronte della transizione digitale ed energetica. Legge di Bilancio_Commento tra …
Secondo il presidente Devis Zenari, la manovra contiene misure che vanno nella direzione attesa dal mondo produttivo, recependo parte delle sollecitazioni avanzate dalla Confederazione. «C’è consapevolezza – sottolinea – dell’esigenza di salvaguardare i conti pubblici e di riorganizzare risorse limitate. È una scelta obbligata, ma che comporta inevitabilmente anche delle ombre».
Tra gli elementi positivi viene indicata innanzitutto l’eliminazione dei limiti alla compensazione dei debiti previdenziali e contributivi con i crediti fiscali, considerata una misura concreta a favore della liquidità delle imprese. Apprezzata anche la correzione della norma che avrebbe penalizzato i contratti collettivi dell’artigianato, rinnovati nel 2024 con aumenti salariali previsti anche per il 2026. «Evitare la detassazione di quegli aumenti – osserva Zenari – avrebbe trasmesso un messaggio sbagliato verso chi rispetta le regole e rinnova i contratti nei tempi corretti».

Valutazione positiva anche per il rifinanziamento della Nuova Sabatini, ritenuta da Confartigianato uno strumento chiave per sostenere gli investimenti delle micro e piccole imprese, così come per la rimodulazione delle aliquote Irpef e la proroga delle detrazioni fiscali per la riqualificazione edilizia. In questo quadro trovano spazio anche l’iperammortamento come leva per incentivare nuovi investimenti, la proroga del credito d’imposta per i campionari del settore moda e i contributi destinati al completamento delle riqualificazioni legate al superbonus nelle aree colpite dal sisma, dove molte imprese attendono ancora risposte operative.
Decisamente più critico, invece, il giudizio su Transizione 5.0, che per Confartigianato rappresenta l’occasione mancata della manovra. «La copertura dell’overbooking è parziale e insufficiente – avverte Zenari –. Dopo le rassicurazioni arrivate dal Governo, le imprese si aspettavano ben altro. In questo modo si rischia di frenare investimenti già programmati, proprio in una fase in cui innovazione e competitività dovrebbero essere prioritarie».
Perplessità vengono espresse anche sull’introduzione di una ritenuta di acconto nelle transazioni tra imprese e sull’aumento delle accise sul gasolio, misure che secondo l’associazione «vanno nella direzione opposta rispetto al sostegno della liquidità aziendale e alla riduzione dei costi di produzione», con effetti potenzialmente penalizzanti soprattutto per le realtà artigiane e per le filiere più energivore.
Nel complesso, la manovra viene letta da Confartigianato Verona come un compromesso tra stabilità dei conti pubblici e sostegno alle imprese, con interventi utili sul fronte fiscale e del credito, ma con scelte che rischiano di rallentare la spinta agli investimenti. Un equilibrio delicato che, secondo l’associazione, richiederà correttivi e attenzione nei prossimi mesi per non indebolire la competitività del tessuto produttivo veronese e veneto.
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