Maurizio Veggio: «Le banche devono puntare a innovazione e prossimità»
di Matteo ScolariNel corso della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, Maurizio Veggio, responsabile della Direzione Lombardia Est e Triveneto di BPER Banca, ha analizzato la situazione economica del territorio e le prospettive del sistema bancario, in un contesto di grandi trasformazioni. La banca, che sta consolidando la propria presenza nel Triveneto, conferma il proprio impegno a favore di imprese, famiglie e sviluppo sostenibile, con una visione di lungo periodo che valorizza l’innovazione senza rinunciare alla relazione personale.
Dottor Veggio, BPER ha una presenza sempre più forte nel Veneto e nel Triveneto. Quali sono i risultati più significativi?
Sì, è un territorio per noi strategico. Oggi produciamo un prodotto bancario lordo di circa otto miliardi di euro, con oltre 100.000 clienti tra imprese e privati. Solo nel 2025 abbiamo erogato 450 milioni di euro di nuovi prestiti, di cui 300 milioni alle imprese e 150 ai privati. È un segnale di crescita robusta: circa il 30% in più rispetto all’anno precedente. Questa dinamica è destinata a rafforzarsi con l’ingresso di Banca Popolare di Sondrio, che dal 1° gennaio 2026 sarà a tutti gli effetti parte di BPER Banca. Si tratta dell’incontro tra due realtà solide e complementari, e sono certo che la somma darà risultati estremamente positivi.
Crescita che riguarda anche il credito alle famiglie.
Esatto. Sul fronte dei privati registriamo un aumento significativo dei prestiti personali e delle cessioni del quinto, mentre i mutui sono un po’ rallentati, anche a causa dei tassi elevati. Nonostante ciò, la nostra banca mantiene una quota di mercato nazionale intorno al 9% nel comparto mutui, che è un dato importante. Abbiamo inoltre lanciato Kiku, un nuovo prodotto che consente di ottenere il finanziamento in sole 24 ore, un tempo record a livello nazionale.
Qual è lo stato di salute delle imprese del Triveneto in questa fase di incertezze geopolitiche e commerciali?
Direi che ci sono più luci che ombre. Il Veneto e il Triveneto si distinguono per la forza dei loro distretti industriali, molti dei quali stanno continuando a produrre numeri importanti. Il settore agroalimentare e quello vitivinicolo, ad esempio, nonostante i dazi e le tensioni sui mercati tradizionali, stanno aprendo nuovi sbocchi, anche in Medio Oriente. Il turismo, dopo un 2024 straordinario, rimane su livelli altissimi, ben superiori al periodo pre-Covid. È chiaro che esistono comparti in maggiore difficoltà, come tessile e moda, ma la capacità di adattamento e internazionalizzazione delle nostre imprese resta eccezionale.
Ha parlato di internazionalizzazione: in che modo la banca accompagna le aziende in questo percorso?
È uno dei nostri compiti principali. Aiutiamo le imprese a guardare oltre i confini tradizionali, individuando nuovi mercati e opportunità. Penso, per esempio, alla Polonia e ad altri paesi dell’Est Europa, che oggi rappresentano sbocchi solidi e dinamici. Mettiamo a disposizione strumenti e consulenza per sostenere chi vuole espandersi all’estero, anche attraverso partnership e accordi locali. La banca, in questo senso, diventa un partner strategico dell’imprenditore.
Un altro tema centrale è la transizione ESG.
Assolutamente sì. Gli imprenditori hanno compreso che essere “a posto” dal punto di vista ESG non è solo un obbligo normativo, ma un vantaggio competitivo. BPER ha sviluppato prodotti dedicati, come finanziamenti con KPI ambientali e sociali, che prevedono condizioni migliorative per chi rispetta determinati parametri. Abbiamo anche creato una piattaforma digitale in collaborazione con un partner tecnologico che permette alle imprese di autovalutarsi e capire dove migliorare. È un modo concreto per aiutarle ad adeguarsi agli standard richiesti dalla filiera e dal mercato.
L’attenzione alla sostenibilità riguarda anche gli investimenti dei privati.
Sì, e lo vediamo chiaramente. Sempre più clienti, soprattutto tra i giovani, scelgono prodotti ESG compliant, come previsto dall’articolo 8 del regolamento europeo. È una tendenza strutturale che le banche devono assecondare. Per noi significa orientare le scelte di investimento verso strumenti sostenibili, ma anche verso imprese responsabili. In fondo, è un circolo virtuoso: chi investe responsabilmente aiuta anche il territorio a crescere in modo equilibrato.
Sul fronte digitale, BPER ha adottato un modello che integra innovazione e presenza fisica.
Corretto. Abbiamo scelto un approccio di omnicanalità. Il cliente può operare in modo completamente digitale, se lo desidera, ma ha sempre la possibilità di entrare in filiale e parlare con un consulente. È una scelta di equilibrio tra efficienza e prossimità, tra innovazione e relazione. Crediamo che la presenza umana resti un valore fondamentale, anche in un mondo sempre più automatizzato.
BPER è anche molto attiva nel sociale.
Sì, fa parte del nostro DNA. Abbiamo un settore specifico che segue fondazioni e organizzazioni non profit, e sosteniamo progetti sociali, culturali e artistici che creano coesione e valore aggiunto. Per noi il sociale non è solo beneficenza, ma un modo per restituire al territorio parte di quanto riceviamo. È un impegno che sentiamo profondamente e che ci accompagna da sempre.
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