Patrizio Del Prete: «Il futuro della scuola è già qui, servono autonomia e coraggio»
di Matteo ScolariLa scuola italiana non può più permettersi di ignorare i cambiamenti sociali in corso. Il futuro è già arrivato, e fingere che nulla stia accadendo significa rinunciare a una responsabilità politica e culturale.
Patrizio Del Prete, responsabile scuola del Partito Liberaldemocratico, richiama l’attenzione su un fenomeno che sta emergendo con sempre più forza: la trasformazione delle aule scolastiche e le sfide legate all’integrazione.
Il caso della primaria di Mestre, dove su 61 alunni solo 10 sono italiani – e appena 2 appartenenti a famiglie da più generazioni – non è per Del Prete un’eccezione da archiviare, ma un campanello d’allarme. «Mentre ci si divide tra slogan sulla “sostituzione etnica” e un multiculturalismo astratto e idealizzato – spiega – le città sperimentano fenomeni concreti come il white flight scolastico e l’aumento dell’istruzione parentale. Così si creano sacche di segregazione educativa che colpiscono soprattutto le periferie, già fragili e svantaggiate».

La risposta, per i liberaldemocratici, deve essere radicale e pragmatica. Basta con le semplificazioni ideologiche: serve dare vera autonomia alle scuole. Non autonomia sulla carta, ma strumenti immediati e poteri reali: «Gli istituti devono poter decidere come organizzare il personale, come investire nei progetti, come rispondere ai bisogni linguistici e culturali degli alunni, senza attendere circolari tardive e lontane dalla realtà».
Del Prete fa l’esempio dei docenti di Italiano L2, oggi insufficienti nonostante siano fondamentali per l’alfabetizzazione dei bambini stranieri: «Occorre potenziarli e, dove serve, permettere alle scuole di assumerli direttamente, anche con chiamata diretta. Servono risorse dedicate e strumenti agili, non ulteriore burocrazia».
Accanto alla questione linguistica, il Partito Liberaldemocratico propone progetti di coesione sociale, formazione interculturale ed educazione civica, per creare reali occasioni di incontro tra culture e costruire una comune appartenenza. «L’integrazione – sottolinea Del Prete – non è un favore agli stranieri, ma un investimento sul futuro democratico del Paese. Se la scuola non include, fallisce l’intera società, che diventa più fragile e divisa».
La sfida, quindi, è tutta politica e culturale. «Noi liberaldemocratici crediamo in una scuola libera, autonoma e inclusiva, capace di affrontare la realtà con lucidità e coraggio. La democrazia non si difende solo nelle istituzioni, ma si costruisce ogni giorno tra i banchi: è lì che si formano i cittadini del futuro. Ed è lì che si vince – o si perde – la sfida della convivenza».
Il futuro della scuola è già qui. La domanda, conclude Del Prete, è una sola: vogliamo continuare a subirlo o iniziare finalmente a governarlo?
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