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Infermieristica, iscrizioni dimezzate in quindici anni. Nursing Up: «Vietato minimizzare»

di Matteo Scolari
Il sindacato denuncia un calo drammatico di attrattività per la professione. Dal 2010 al 2024 le immatricolazioni sono crollate del 52%, passando da oltre 46mila a poco più di 21mila.

Il grido d’allarme arriva dal Nursing Up, che mette in evidenza come a fronte di 20.699 posti disponibili per i corsi di laurea in infermieristica le domande non abbiano raggiunto quota 19mila. «Il crollo delle iscrizioni a infermieristica è lo specchio fedele di politiche di promozione inesistenti. Vietato minimizzare e nascondere la polvere sotto il tappeto!», denuncia Antonio De Palma, presidente del sindacato.

I dati raccontano un fenomeno preoccupante: «Dal 2010 al 2024 le iscrizioni si sono ridotte del 52%. Eppure c’è chi prova a gettare fumo negli occhi, sostenendo che il semestre filtro di Medicina riverserà studenti su infermieristica. Chi dovrebbe tutelare per legge la professione infermieristica, chi la rappresenta, balbetta pericolosamente e presta il fianco ad una politica inconcludente. Ma la nostra professione non è una panchina di riserva, è il cuore del Servizio sanitario nazionale».

Secondo De Palma, rafforzare l’infermieristica è condizione imprescindibile per garantire il futuro della sanità: «Costruire la sanità senza rafforzare infermieristica è come togliere i mattoni dalle fondamenta: prima o poi crolla tutto. Senza carriere vere, stipendi dignitosi e un contratto rivoluzionato, i giovani continueranno a fuggire. La professione infermieristica è diventata il tappeto sotto cui la politica nasconde le polveri della cattiva sanità».

Nel mirino anche la nuova figura dell’assistente infermiere, giudicata una pericolosa scorciatoia: «È come tappare una diga crepata con un cerotto: abbasserà la qualità delle cure e confonderà i ruoli. Chi doveva fermarla non ha aperto bocca».

Un quadro aggravato dalla quotidianità nei pronto soccorso, dove «un solo infermiere in triage gestisce anche 10-13 pazienti e sempre più spesso subisce calci, pugni e sputi. La quotidianità dei professionisti è un incubo. Se non ci sarà un cambio di passo, questa professione resterà senza futuro», conclude De Palma.

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