Sanità, allarme Nursing Up: aumentano i medici ma crollano infermieri e ostetriche
di Matteo ScolariUn report del sindacato Nursing Up, elaborato sulla base dei dati ufficiali della Ragioneria dello Stato, mette nero su bianco una situazione che rischia di diventare insostenibile per il Servizio sanitario nazionale. Nel 2023 i medici sono saliti a 109.024, quasi duemila in più rispetto al 2022, mentre gli infermieri sono scesi a 271.063, con un crollo di 12.869 unità in un solo anno. Ancora più drastico il calo delle ostetriche, passate da 13.540 a 11.812, ovvero 1.728 in meno.
«Siamo di fronte – dichiara Antonio De Palma, Presidente nazionale del Nursing Up – a una vera e propria debacle degli infermieri e delle ostetriche, professionisti che rappresentano la spina dorsale del sistema delle cure. In un Paese che invecchia rapidamente, con una popolazione fragile che ha bisogno di sempre maggiore assistenza, perdiamo ogni anno, in media, 10mila colleghi dalle corsie. Nel solo 2024, oltre 20mila professionisti dell’area non medica hanno abbandonato volontariamente il pubblico. Questa è una catastrofe».
Per De Palma, le cause vanno ricercate in politiche sanitarie «profondamente errate». Si parla di specializzazioni e lauree magistrali, ma senza interventi concreti per il riconoscimento e la valorizzazione dell’infermiere di base. «La sanità territoriale annaspa, i pronto soccorso diventano in estate vere e proprie polveriere, cresce il numero delle aggressioni, non c’è turnover, e sei infermieri su dieci si ammalano di burnout».

Il leader sindacale contesta anche alcune letture ufficiali che parlano di aumento del personale sanitario: «Ci lascia davvero perplessi sentire Organi sussidiari dello Stato asserire che il personale sanitario nel complesso è aumentato e che addirittura sono aumentati gli infermieri iscritti all’albo, quando nelle corsie del SSN, come certifica la Ragioneria dello Stato, il numero di questi professionisti tracolla e nelle regioni la rete dell’assistenza non si regge in piedi».
Il monito è netto: «Non si governa la sanità con numeri astratti e soluzioni pasticciate, ma si dovrebbe partire considerando i problemi e i limiti di chi ogni giorno manda avanti i servizi del SSN».
Infine l’appello, che suona come un grido d’allarme: «L’Italia della sanità è oggi più che mai senza infermieri, ed è questo il vero tallone d’Achille del Servizio sanitario nazionale. Siamo una nave in mare aperto che con i suoi passeggeri sta colando a picco, e nonostante i toni rassicuranti di alcune istanze rappresentative, proprio non riusciamo a vedere scialuppe di salvataggio all’orizzonte».
Un quadro che riguarda anche Verona e il Veneto, dove la cronica carenza di personale infermieristico nei reparti ospedalieri e nei servizi territoriali si intreccia con l’aumento delle necessità assistenziali di una popolazione che invecchia sempre più rapidamente.
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