Nuova call-to-action

Siderurgia, Cioetto (Confimi Verona): «Serve un piano industriale per salvare la manifattura»

di Matteo Scolari
Il presidente lancia un appello al mondo politico per fermare l’emorragia del comparto: «Occorre un intervento rapido dello Stato per evitare il collasso del settore siderurgico, da sempre colonna portante dello sviluppo economico italiano».

Il presidente di Confimi Apindustria Verona, Claudio Cioetto, lancia un appello deciso al mondo politico per affrontare l’incertezza che sta paralizzando il settore manifatturiero. La crisi dello storico impianto ex Ilva di Taranto e le tensioni internazionali legate alla guerra dei dazi stanno mettendo a dura prova la competitività della filiera italiana.

«La nuova Autorizzazione integrata ambientale non basta a garantire un futuro all’ex Ilva – avverte Cioetto –. La priorità ora è la decarbonizzazione, ma è necessario che tutti facciano la propria parte per assicurare un futuro produttivo all’impianto siderurgico».

Il calo della produzione di acciaio, laminati e semilavorati metallici pesa come un macigno sulle imprese. «La perdita di centralità dell’ex Ilva come pilastro della siderurgia ha effetti devastanti per l’industria – prosegue Cioetto –. La cantieristica è piena di lavoro, ma dove andremo a prendere la materia prima? In Cina? In Turchia? Dovremmo produrla in Italia, invece siamo costretti a cercarla all’estero».

Il presidente di Confimi Apindustria Verona Claudio Cioetto.
Il presidente di Confimi Apindustria Verona Claudio Cioetto.

Secondo il presidente, i veti incrociati tra enti locali, società di gestione, governi e poteri dello Stato stanno bloccando un intero comparto. E anche se la decarbonizzazione è una scelta condivisibile – «salute e occupazione restano priorità assolute» – non si può ignorare la vulnerabilità strutturale del settore, segnata da materie prime scarse e costi elevati.

L’ex Ilva, che ha da poco compiuto 65 anni con i forni spenti, diventa il simbolo di una crisi più ampia. «Il rischio concreto è quello di vedere affondare definitivamente la siderurgia italiana, dopo che per decenni è stata la chiave dello sviluppo economico del Paese. Quello che è successo all’automotive deve essere un monito», sottolinea Cioetto.

Per invertire la rotta, Confimi Apindustria Verona chiede un piano industriale nazionale che accompagni la transizione verso un modello produttivo sostenibile, garantendo la continuità della produzione e il ruolo strategico della siderurgia. «Occorre che lo Stato intervenga prima che sia troppo tardi, con garanzie concrete e risorse adeguate per sostenere il comparto e tutti gli stakeholders», conclude Cioetto.

👉 VUOI RICEVERE IL SETTIMANALE ECONOMICO MULTIMEDIALE DI VERONA NETWORK?
👉 ARRIVA IL SABATO, È GRATUITO!

PER RICEVERLO VIA EMAIL

Condividi ora!