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Marisa Smaila riconfermata alla guida del Gruppo Donne Confimi Apindustria Verona

di Redazione
L’imprenditrice veronese, rieletta all’unanimità per un nuovo triennio, guiderà un team di 13 consigliere per rafforzare innovazione, parità di genere e sostegno alle piccole imprese.

L’imprenditrice Marisa Smaila è stata riconfermata alla guida del Gruppo Donne di Confimi Apindustria Verona. Incarico che continuerà a ricoprire con la stessa dedizione e visione innovativa che ha caratterizzato il suo precedente mandato.

Amministratrice unica e socia di maggioranza di Tekno Mecc Srl con sede a Villafranca, la neo-presidente opera nel campo della metalmeccanica, nel settore della lavorazione lamiere per conto terzi. È poi socia fondatrice e amministratrice delegata di Visine Emme Srl: start-up innovativa nella progettazione e nello sviluppo di App per l’elaborazione di immagini nell’ambito del design di interni tramite l’Intelligenza Artificiale, in convenzione di cofinanziamento nel progetto di ricerca triennale, tramite borsa di dottorato, con l’Università di Verona. È inoltre socia fondatrice di Talentum: associazione di volontariato senza scopo di lucro costituita nel 2021 per supportare le micro e le piccole imprese che si trovano in una situazione di emergenza. 

«La riconferma per questo secondo mandato mi riempie di orgoglio e mi induce a pensare che il lavoro fatto da tutte noi insieme, come gruppo Donne, ha portato a ottimi risultati», commenta la neo-eletta, che rimarrà in carica per altri tre anni

Ad affiancarla saranno tredici consigliere, tra senior e junior, che hanno deciso di mettersi al servizio dell’associazione: Nicoletta Scavini, Marina Scavini, Alessia Faggioni, Roberta Dal Colle, Federica Mirandola, Stefania Toaldo, Chiara Maffioli, Nadia Ragno, Debora Botteon, Paola Ruffo, Maria Paola Carlesi, Barbara Setti e Liliana Gatteri

Marisa Smaila, presidente Gruppo Donne di Confimi Apindustria Verona
Il Gruppo Donne di Confimi Apindustria Verona

Si aggiungono altrettante donne imprenditrici che partecipano attivamente alle varie attività proposte dal sodalizio che ha promosso iniziative per lo sviluppo delle competenze manageriali, sul passaggio generazionale e sulla promozione della parità di genere, sensibilizzando su modelli di business inclusivi, sulla conciliazione tra vita e lavoro, sull’importanza della comunicazione. Un focus è stato dedicato anche alla violenza di genere.  

«Nell’ultimo triennio, il mio impegno si è concentrato sull’azione, sulla progettazione e sulla condivisione. Essere presidente, o comunque ricoprire un ruolo di leadership in qualsiasi gruppo di rappresentanza, significa assumersi un impegno concreto che porti dei risultati in un momento di grandi sfide quale è quello attuale», dichiara Smaila, che è stata rieletta all’unanimità.  

«Essere parte di Confimi Apindustria Verona significa dedicare il tempo alle esigenze, alle necessità e alle problematiche del Gruppo Donne. Con l’ulteriore impegno del portare idee innovative, cercando di collaborare con enti ed istituzioni. Questo significa mettersi in gioco in prima persona, sempre però nel segno della condivisione e della collaborazione per potenziare le opportunità per le imprenditrici, unendo esperienze e conoscenze, che sono alla base di un arricchimento e un miglioramento continuo e trasversale».  

Sulle quote di genere

Sul tema delle quote di genere nelle aziende, Marisa Smaila interviene con un richiamo alla centralità delle competenze: «La normativa sulle quote di genere nelle aziende ha favorito un necessario cambio di mentalità e ha contribuito alla diffusione di una nuova consapevolezza. Ora è importante compiere un ulteriore passo avanti, che coinvolga tutti, affinché a prevalere sia sempre e soltanto il merito». Secondo la presidente del Gruppo Donne di Confimi Apindustria Verona, il quadro legislativo introdotto con la Legge 120/2011 ha rappresentato un progresso anche sul piano culturale, ma «non deve essere vissuto come un “passepartout” scontato. Serve la volontà di mettersi in gioco, andando oltre le tutele previste dalla legge, ma soprattutto è fondamentale essere consapevoli del proprio valore e delle proprie competenze, così da rendere le donne protagoniste attive nel mondo del lavoro».

Marisa Smaila.

«Oggi la partecipazione femminile alla forza lavoro non ha ancora raggiunto il 50% e la presenza nelle posizioni dirigenziali e decisionali continua a essere limitata. La normativa è uno strumento utile ma da sola non è sufficiente: occorre evitare che venga percepita come un vantaggio immeritato o una giustificazione», sottolinea Smaila, che aggiunge: «È positivo che la normativa abbia introdotto una discontinuità rispetto al passato, quando, anche in contesti familiari, i passaggi generazionali seguivano criteri legati a consuetudini superate. Oggi è necessario andare oltre le contrapposizioni ideologiche: nella prospettiva della crescita aziendale, le competenze devono sempre essere il criterio guida, a prescindere dal genere».

Un possibile rischio, conclude, è «ridurre la figura femminile a un numero da inserire per obbligo di legge. Questo approccio sarebbe controproducente e svilente. Inoltre, le quote di genere rischiano di affrontare più i sintomi che le cause profonde delle difficoltà legate alla piena partecipazione delle donne nel mondo del lavoro. Non devono trasformarsi in un intervento simbolico, privo di efficacia concreta. È su questi aspetti strutturali che il dibattito politico e istituzionale deve concentrarsi con decisione».

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