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CISL FP Verona: «Urgente il rinnovo del contratto per i lavoratori delle Funzioni Locali»

di Redazione
CISL FP Verona denuncia il ritardo nel rinnovo del contratto per 4.650 lavoratori del comparto Funzioni Locali, scaduto da quasi tre anni.

«Ai lavoratrici e ai lavoratori, che lavorano all’interno del Comparto delle Funzioni Locali  viene ad oggi applicato un contratto collettivo nazionale 2019-2021 e quindi già scaduto il 31.12.2021. Tanto per dovere di cronaca, si stima che oltre 4650 dipendenti, funzionari, istruttori, operatori, amministrativi e tecnici, che noi conosciamo come: ingegneri, avvocati, ragionieri, geometri, agenti della polizia locale e provinciale, educatori, assistenti sociali, educatori professionali, solo per citarne alcuni, hanno il contratto scaduto da quasi tre anni. Queste professioni lavorano nei comuni, provincia, consorzi, bacini, istituti, case di riposo, unioni dei comuni, comunità, parchi sono oggetto di tale non conformità». È questo l’appello lanciato da CISL FP Verona.

«Nel solo Comune di Verona, 1849 tra lavoratrici e lavoratori che si occupano di ambiente, istruzione, settore sociale, sicurezza cultura, sport, tra i quali 269 agenti di polizia locale, personale in costante diminuzione per i tagli alla capacità assunzionale e nuovamente previsti dalla prossima legge finanziaria del 25% sul turnover del personale».

«Per non dimenticare – secondo quanto stimato dalla Cisl Fp di Verona – i 950 lavoratrici e lavoratori delle 16 IPAB, Enti Pubblici di Assistenza e Beneficenza, di Verona e Provincia, dove prestano servizio Infermieri, operatori socio sanitari, personale tecnico e amministrativo, che contrattualmente afferiscono al sistema delle Autonomie Locali. Tutte queste persone che offrono il proprio servizio per il bene comune nelle istituzioni di prossimità, esprimono il proprio disagio manifestando stress e insoddisfazione causati da carichi di lavoro sempre più estenuanti,  da malattie professionali crescenti, dall’impossibilità di conciliare lavoro e vita familiare e talvolta, oggetto di  scherno e aggressioni da parte dell’utenza».

«Lavoratrici e lavoratori che per liberarsi dalla pesantezza di questo clima lavorativo letteralmente lasciano il lavoro o chiedono mobilità nel tentativo di trovare lidi migliori, generando un eccessivo turnover, ormai incontenibile, che non consente alcun  passaggio delle competenze e  di conseguenza provocando l’impoverimento della custodia del bene comune. A ciò si aggiunge la percezione che il lavoro pubblico non sia più così conveniente e affascinante come lo era una volta: i concorsi vanno deserti e i pochi giovani che vengono assunti, molto spesso, decidono di lasciare la pubblica amministrazione per un impiego nel privato, dove gli stipendi sono migliori, e ci sono maggiori opportunità di fare carriera ed essere riconosciuti per le competenze e le qualità personali».

«È necessario e doveroso per tutte queste persone rinnovare il Contratto di Lavoro, per recuperare potere di acquisto delle retribuzioni e negoziare strumenti, che possono aprire alla contrattazione decentrata, ente per ente, opportunità importanti in termini di incremento del salario accessorio e welfare aziendale, che un recente provvedimento della Sezione riunita delle Corte dei Conti ha liberato dal tetto delle spese imposto dal D.lgs 75/2017 (Legge Madia)».

«Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale 2022-2024 è in dirittura d’arrivo sul tavolo dell’ARAN (Agenzia Negoziale di parte datoriale), ma non tutte le Organizzazioni sindacali sono intenzionate a metterci la firma. Cgil e Uil preferiscono fare del contratto pubblico la protesta di piazza e portare lavoratrici e lavoratori allo sciopero generale, insieme all’autonomia differenziata, al DDL Lavoro, ai tagli nella sanità, alla legge finanziaria ecc… Una protesta già annunciata da qualche mese, prima ancora di vedere i numeri della finanziaria e del contratto. Nel pieno rispetto del diritto di sciopero e delle idee altrui, la Cisl Fp ha scelto invece di rimanere sul tavolo della trattativa, pensando che sia il modo migliore per fare l’interesse di milioni di lavoratori pubblici».

«L’incremento contrattuale previsto a regime dal 1° gennaio 2024, corrispondente al 5,78% della base di riferimento (monte salari 2021, maggiorato degli oneri riflessi, e quindi comprensivo sia dello stipendio che del trattamento accessorio) deve fare i conti con la pesante inflazione verificatasi nel 2022 ma risulta di ammontare comunque superiore sia al corrispondente incremento previsto per la tornata contrattuale 2016-2018 (3,48%), riconosciuto dopo 8 anni di blocco contrattuale, sia all’incremento percentuale previsto per la tornata 2019-2021 (4,07%). L’aumento potrà essere corrisposto non appena verrà sottoscritto il CCNL del personale del comparto delle funzioni locali 2022-2024. Alla luce dei succitati elementi di calcolo e in base alle risorse disponibili, in caso di stipula del CCNL l’incremento retributivo “medio” sarebbe pari a 136 euro mensili (lordo dipendente) per tredici mensilità».

La Cisl Fp ritiene che «il rinnovo contrattuale, seppur nel contesto di un quadro di finanza pubblica complesso, costituisca un’opportunità attesa ed importante per dare continuità al percorso avviato col CCNL 2019- 2021 e per negoziare condizioni migliorative in termini di tutela retributiva e normativa e di benessere organizzativo dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto. Anche la Cisl Fp ritiene che le risorse siano insufficienti per recuperare interamente l’inflazione di questi anni, che richiederebbe uno stanziamento di  40 miliardi solo per il contratto delle funzioni locali, ma vogliamo ricordare che nel periodo 2009/2017 i dipendenti della PA hanno perso il 16% per un contratto mai arrivato. Non vorremmo che un ulteriore slittamento alla sottoscrizione del contratto sia utile soltanto alla protesta e che il prossimo anno ci ritroveremo a sottoscrivere il medesimo contratto alle stesse condizioni, naturalmente dopo le elezioni per il rinnovo della RSU sui posti di lavoro. Crediamo che lavoratori e cittadini debbano essere informati e consapevoli e che eventuali ritardi non possono essere imputati alla nostra organizzazione sindacale. Noi siamo un’altra cosa». 

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